Boris Becker carcere. “Ho rischiato di morire, solo dopo che sei stato in carcere apprezzi la libertà“. A dichiararlo è Boris Becker, l’ex campione di tennis degli anni ’80, che ha scontato 8 mesi nel carcere britannico di Holcombe, in seguito alla condanna a 2 anni e mezzo di detenzione per bancarotta fraudolenta. All’emittente tedesca Sat 1, Becker ha raccontato che “un detenuto ha cercato di uccidermi”. Intervistato anche dall’emittente americana, Cnn, il campione del tennis ha parlato della sua esperienza in vissuta nel carcere inglese che, come un paradosso, è a pochi metri dai campi da tennis di Wimbledon, gli stessi dove anni fa aveva vissuto gli anni migliori della sua vita. Durante l’intervista, il tedesco, non ha fatto che ribadire un concetto: “Permettetemi di dire che si apprezza la libertà solo dopo essere stato in carcere. È un altro mondo: sono uscito da 3 mesi e sono felice di essere vivo”. Condannato nell’aprile dello scorso anno, per bancarotta per due anni e mezzo di carcere dal tribunale di Southwark, a sud di Londra, l’ex campione di tennis avrebbe dovuto scontare almeno un anno dietro le sbarre, prima di poter godere di un regime di semilibertà. Regime che invece è arrivato tre mesi fa, dopo circa otto mesi di detenzione. Il suo avvocato, Jonathan Laidlaw all’epoca del processo, non era riuscito a salvarlo dalla prigione. Così Becker, vincitore di sei Slam, fra i quali tre Wimbledon, tra evasione fiscale e debiti insoluti si è ritrovato a scontare la pena nella prigione londinese di Wandsworth. Un carcere dall’architettura vittoriana noto per essere uno dei più disagevoli dell’Inghilterra. Con circa 1.300 detenuti, è considerato uno dei peggiori della City.

Boris Becker nel peggior carcere della City “Un detenuto ha provato ad uccidermi”

Ospita condannati che soffrono per problemi mentali e per astinenza dalle droghe delle quali hanno fatto abuso. Oltretutto sarebbero tutti relegati almeno 22 ore al giorno in celle strette, umide e poco confortevoli. Certo un posto decisamente diverso da quelli conosciuti negli anni delle sue numerose vittorie, per Becker, abituato soprattutto a ben altri ambienti. Così dopo otto mesi si ritrova a tirare un sospiro di sollievo per quanto vissuto in quella prigione. “Apprezzi la libertà solo una volta che sei stato incarcerato”, le parole dell’ex campione. “Sono fuori ormai da più di tre mesi e sono felice di essere qui vivo. La vita in prigione è un posto molto pericoloso”. Poi racconta come paradossalmente aveva provato a prepararsi all’esperienza. “Ho visto un paio di film in anticipo solo per prepararmi un po’, ma non me l’aspettavo così. È spaventoso, una vera punizione“. Raccontando dei mesi trascorsi in detenzione Boris Becker ha detto “è meglio che tu faccia amicizia con i ragazzi forti perché hai bisogno di protezione, hai bisogno di un gruppo di persone che si prendano cura di te”. Perché, ha sottolineato, in carcere ogni giorno è una “lotta per la sopravvivenza“. Poi ha aggiunto particolari sull’uomo che ha cercato di ucciderlo. Era già in prigione da oltre 16 anni per l’omicidio di due persone commesso quando aveva 18 anni. “Stavo tremando così tanto. Ho gridato forte e subito i detenuti sono usciti e l’hanno minacciato”.
Becker alla fine del processo, era stato condannato per 4 dei 24 capi d’imputazione per cui era finito sotto processo. Bum Bum, così era chiamato negli anni d’oro delle sue vittorie a tennis, avrebbe trasferito enormi quantità di denaro dal suo conto aziendale, non dichiarando una villa di proprietà in Germania e nascondendo circa 900mila euro di debiti e azioni di una società tecnologica. Il debito complessivo di Becker, all’epoca della condanna, era pari a circa 3 milioni di euro.