La possibilità che il conflitto in Ucraina si trasformi in una terza guerra mondiale “non è un’esagerazione, ma è sempre più reale“. Parola del premier ungherese Viktor Orban, intervenuto in un’intervista alla radio pubblica Mr Kossuth. Le accuse di Orban sono rivolte ai paesi dell’Unione Europea, considerati “dalla parte della guerra”, contrariamente all’Ungheria che è a favore della pace e del cessate il fuoco immediato.

Nel mirino del leader di Budapest ci sono gli aiuti e le forniture di armi dall’Ue e dagli Stati Uniti all’Ucraina, che non fanno altro che alimentare una possibile guerra mondiale. Orban arriva così a mettere in dubbio il senso dell’Unione Europea: nata per promuovere pace e benessere, a suo dire ora come ora non farebbe altro che alimentare i conflitti.

A fare eco ad Orban c’è anche il presidente bielorusso Alexander Lukashenko che, citato dalle agenzie russe, parla di una terza guerra mondiale che “incombe all’orizzonte”, con il possibile ricorso alle armi nucleari.

Ucraina, più di 16mila bambini rapiti dall’inizio del conflitto: von der Leyen parla di “tentativo imperdonabile di cancellare identità”

Se la prende ancora una volta con Vladimir Putin la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Lo fa in un videomessaggio indignato contro “i criminali di guerra“, che saranno “ritenuti responsabili delle loro azioni”.

Per la prima volta nella storia, la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto nei confronti di un dirigente di un membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Incriminando Putin, il procuratore della Corte penale internazionale ha inviato un messaggio chiaro: non ci sarà scampo per l’autore e per i suoi scagnozzi.

Uno degli “obiettivi” del piano di Putin sono “i bambini”, con l’Ucraina che ha denunciato il rapimento di oltre 16.200 minori dall’inizio del conflitto, “deportati in Russia, allontanati dalle loro famiglie e comunità, privati della loro infanzia e delle loro radici”.

Questo è l’ennesimo palese tentativo di cancellare l’identità ucraina. È innegabile. È imperdonabile. Ed è punibile.

Nel frattempo, l’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha detto la sua sull’eventuale invio di peacekeeper dall’Ue all’Ucraina, che dovranno essere “distrutti senza pietà” in quanto “nemici diretti” ai confini della Russia. Medvedev considera peacekeeper europei dei “lupi travestiti da agnelli”, e per questo li ritiene “obiettivi legittimi delle forze russe”, invitando l’Ue a prepararsi ad una “lunga fila di bare” dei suoi diplomatici.

Intanto, il consigliere presidenziale di Kiev Mykhailo Podolyak allontana qualsiasi cessate il fuoco che mantenga la Russia nei territori ucraini occupati: una simile eventualità sarebbe “totalmente inammissibile”. L’Ucraina ha il diritto di “muovere truppe ed equipaggiamento sul proprio territorio quando lo ritenga necessario”.

Zelensky sui crimini di Bucha: “Umanità deve ricordare eroismo ucraino”

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato oggi a Bucha, nel celebrare l’anniversario della scoperta degli orrori commessi dai russi dopo la liberazione della città. Il leader di Kiev ha visitato la famosa strada dove le forze ucraine distrussero una colonna di blindati russi diretti verso la capitale.

Su Telegram Zelensky ha poi postato un video nel quale ricorda gli scontri avvenuti il 27 febbraio dello scorso anno.

L’umanità deve ricordare ogni città ucraina, ogni strada, il cui eroismo e resilienza danno un futuro a tutti quelli per cui la vita ha un valore.

A proposito delle atrocità delle forze russe a Bucha, von der Leyen ha parlato di “crimini contro l’umanità“, mentre la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola ha ricordato “atrocità e orrori” scoperti nella città.