Donald Trump è stato incriminato. Nella notte, dopo giorni di attesa, è arrivata la decisione del gran giurì di Manhattan. L’ex presidente è accusato di aver dato in nero, nel 2016, 130 mila dollari a una porno star, Stormy Daniels, che aveva minacciato di rivelare, a poche settimane delle elezioni presidenziali, di aver fatto sesso con Trump dieci anni prima quando lui era già sposato con Melania Knauss, la futura first lady.

Trump incriminato, le proteste dei suoi sostenitori

Uno degli aspetti che ha preoccupato, durante i giorni di attesa, è quello relativo ai sostenitori trumpisti. Si temeva – e si teme – una grossa sommossa. I sostenitori dell’ex presidente, specialmente quelli dell’ultra destra afferenti al movimento MAGA (Make America Great Again) sono già noti alle cronache per i loro metodi radicali. Non solo: come spiegato anche da alcuni esperti americani, l’incriminazione di Trump potrebbe innescare un risveglio delle coscienze così forte, per i trumpisti, da creare un paradossale aumento di consenso per Trump che è a tutti gli effetti candidato alle primarie repubblicane per la corsa alle elezioni presidenziali del 2024. I sentori non erano del tutto infondati visto che, nella notte, come riportano fonti AGI, si sono manifestati i primi segni della protesta in Florida. Una decina di persone, in gran parte anziani residenti della zona, ha esposto bandiere inneggianti a Trump lungo la strada che porta a Mar-a-Lago, il resort a Palm Beach dove vive l’ex presidente. Sempre l’AGI, tramite fonti americane, riporta le parole e le motivazioni di alcuni di questi contestatori.

In famiglia – racconta l’ottantenne Nancy Sparks in un video del Washington Post – siamo tutti trumpiani. Quando mia figlia mi ha dato la notizia, ho pensato wow, questa è solo una cosa politica per fermare Trump perché si candida a presidente degli Stati Uniti, ma alla fine questa cosa lo farà vincere

Mi sento male per Trump – commenta Mary Kelley, un’altra pensionata – per quello che sta passando. Lui ama l’America, quella è una cosa per cui essere incriminati?

Il Tycoon aizza i suoi: “Il giudice mi odia”

Donald Trump, intanto, prende posizione tramite Truth, la sua piattaforma personale. L’ex Presidente ha usato parole al vetriolo in direzione del giudice competente parole che, con i trumpisti già sul piede di guerra, potrebbero avere l’effetto di aizzare l’intensità della protesta. Le sue parole:

Il giudice assegnato al mio caso da caccia alle streghe – ha scritto – un caso che non è mai stato contestato prima, mi odia. Il suo nome è Juan Manuel Marchan, è stato scelto da Bragg (Alvin Bragg, il procuratore distrettuale che segue l’inchiesta, ndr) e dai procuratori, ed è la stessa persona che ha costretto il mio vecchio Cfo di 75 anni, Allen Weisselberg, a patteggiare in carcere. Ha usato brutalmente Allen contro di me, cosa che a un giudice non è permesso di fare, e minacciato le mie compagnie, che non avevano patteggiato. Affascinante!

Martedì la comparizione in tribunale

Donald Trump è chiamato a comparire dinanzi al tribunale di New York nella giornata di martedì e – secondo quanto emerge in questo momento – non verrà ammanettato. Lo ha detto il suo avvocato Joe Tacopina: è stato concluso, infatti, un accordo tra il team legale dell’ex presidente e i pubblici ministeri di Manhattan, ha confermato Tacopina in un’intervista. A riferirlo è Sky News.