Durante la sua partecipazione a Terraverso, il podcast di Libero Quotidiano, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha detto la sua sull’attentato dei partigiani in via Rasella, che nel marzo 1944 fu la scintilla che provocò l’eccidio delle Fosse Ardeatine.
Un discorso che fa anche da scudo alle critiche sollevate verso la premier Giorgia Meloni, che si era riferita a proposito dell’eccidio delle Fosse Ardeatine usando l’espressione ‘morti italiani‘, senza aggiungere antifascisti.
Un attacco pretestuoso. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, certo non gente che collaborava con loro. Peraltro vorrei ricordare che l’attentato di via Rasella non è stato una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non.
La Russa sul 25 aprile: “Portato fiori sulle tombe dei partigiani”
Interrogato su come festeggerà il 25 aprile, il presidente del Senato ricorda di non essersi “mai sottratto alle celebrazioni istituzionali” della festa della Liberazione.
Quando ero ministro della Difesa andai a rendere omaggio al Cimitero Maggiore di Milano portando dei fiori sulle tombe dei partigiani. Di tutti, anche di quelli rossi, che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica perché avevano il mito della Russia comunista. Ma io comunque li ho omaggiati perché sono morti per un’idea e pertanto meritano rispetto.
Incalzato sulla questione, La Russa rivela che “come festeggerò lo dirò il 22“, perché “qualunque cosa dicessi ora aprirebbe una discussione di un mese”.
Quello della seconda carica istituzionale è “un ruolo inaspettato“: presiedere il Senato come rappresentante del partito di maggioranza porta l’ex Msi “a un maggiore senso di responsabilità”: “probabilmente sarei più di parte se ricoprissi questo ruolo come iscritto a un partito più piccolo”.
La Russa su migranti: “Possiamo accogliere solo le persone di cui abbiamo bisogno”. “Capisco le coppie gay che vogliono un figlio”
Durante il podcast c’è spazio anche per due argomenti particolarmente attuali come la situazione dei migranti e delle coppie gay. Sulla prima questione, il presidente del Senato ribadisce come il governo “ha sensibilizzato la Ue e confido nel suo apporto”.
Tra le ragioni dell’immigrazione incontrollata, La Russa cita “il concetto internazionalista di ritenere le frontiere una cosa obsoleta” e “la cultura radical-chic, che instilla il concetto per il quale tutti hanno diritto di andare e radicarsi dove vogliono”.
Il risultato è stato una radicalizzazione dello scontro sull’immigrazione, al cui problema dovremmo dare la risposta che dà tutto il mondo: noi non possiamo accogliere chiunque ci venga portato dagli scafisti ma solo le persone che possiamo ospitare dignitosamente e di cui abbiamo bisogno e trattarle alla pari degli italiani al cento per cento. Gli altri, fuori.
Alle coppie omosessuali che desiderano un figlio, il presidente del Senato dice di “capire molto il loro desiderio”, invitandole però a distinguere “il loro desiderio con quello del figlio”.
Nelle adozioni, dico meglio le coppie di genitori di sesso diverso. Ma piuttosto che all’orfanotrofio io un bambino ad una coppia gay non ho difficoltà ad immaginarlo, ma vorrei che già oggi che è riservata alle coppie etero, l’adozione fosse meno complicata e riuscisse a dare una casa e una famiglia possibilmente a tutti i bambini. Sicuramente meglio a loro che senza genitori. La cosa sbagliata però è dire che per il bambino è la stessa cosa avere due papà o due mamme rispetto all’avere un papà e una mamma. Non è la stessa cosa.
Dureghello replica a La Russa: “Non erano musicisti ma soldati delle SS”
Non è tardata la replica di Ruth Dureghello alle parole del presidente del Senato. La presidente della Comunità Ebraica di Roma ha affidato la sua risposta a Twitter.
Non erano musicisti, ma soldati delle SS che occupavano il Paese con la complicità dei fascisti e che deportavano gli ebrei nei campi di sterminio. Viva i partigiani che hanno messo a rischio la loro vita per restituire libertà e sovranità all’Italia.