Una legge contro l’utilizzo di anglicismi a tutela della italiana, l’ultima trovata di Fratelli d’Italia per difendere la lingua che porterebbe a multe salate in caso di utilizzo di “forestierismi”.
Proposta di legge contro anglicismi
Una proposta di legge presentata a Montecitorio dall’esponente di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli potrebbe portare a multe salatissime in caso di utilizzo di “forestierismi“: la sanzione amministrativa sarebbe tra 5000 euro a 100mila euro. Il termine “forestierismo” indica infatti tutte quelle parole che non appartengono alla nostra lingua.
Una lunga battaglia a difesa dell’italiano
Il vicepresidente della Camera lotta da parecchio tempo contro l’utilizzo di termini stranieri, ritenuti colpevoli di snaturare la lingua di Dante. Fratelli d’Italia a novembre ha anche presentato un disegno di legge in Senato per rendere l’italiano lingua ufficiale della Repubblica. Già in passato il partito di Giorgia Meloni aveva cercato di presentare testi a salvaguardia della lingua e istituire anche un organo addetto alla tutela. Lo stesso Rampelli aveva anticipato già qualche mese fa di voler affiancare alla proposta di legge costituzionale una proposta ordinaria per obbligare ogni amministrazione ad utilizzare l’italiano.
Alla Camera dei deputati italiana si parla #italiano.
— Fabio Rampelli (@fabiorampelli) November 8, 2022
Prosegue la battaglia sull'utilizzo della nostra #lingua al posto dell'#inglese. Non si capisce perché il dispensatore di liquido igienizzante per le mani debba essere chiamato 'dispenser'. pic.twitter.com/c4dmUHg32b
Cosa dice la legge
“La lingua italiana rappresenta l’identità della nostra Nazione è un patrimonio ricevuto in eredità dal nostro passato e dalla nostra storia” e “dobbiamo imparare a considerarlo un bene comune” queste sono le premesse della proposta di legge. Ecco alcuni articoli all’interno della proposta.
- Articolo 1: “La Repubblica garantisce l’uso della lingua italiana in tutti i rapporti tra la pubblica amministrazione e il cittadino nonché in ogni sede giurisdizionale“.
- Articolo 2: “La lingua italiana è obbligatoria per la promozione e la fruizione di beni e di servizi pubblici nel territorio nazionale”.
- Articolo 4: “Chiunque ricopre cariche all’interno delle istituzioni italiane, della pubblica amministrazione, di società a maggioranza pubblica e di fondazioni è tenuto alla conoscenza e alla padronanza scritta e orale della lingua italiana.
Le scuole e il Comitato per la tutela
Coinvolte anche le scuole nella proposta di legge. Le offerte formative non specificamente rivolte all’apprendimento delle lingue straniere dovranno essere in lingua italiana negli istituti scolastici di ogni ordine e grado e nelle università pubbliche. Nascerebbe poi “il Comitato per la tutela, la promozione e la valorizzazione della lingua italiana nel territorio nazionale e all’estero” presieduto da rappresentanti dell’Accademia della Crusca, della società Dante Alighieri, dell’istituto Treccani, del ministero degli Affari esteri, del ministero dell’Istruzione e del Merito, dell’università e della ricerca, del dipartimento per l’editoria della presidenza del Consiglio e della Rai. Lo scopo del comitato sarà la promozione, la tutela e l’arricchimento della lingua italiana con una particolare attenzione anche al digitale.
"I verbi salire e scendere usati per indicare uno spostamento che avviene lungo la direttrice della latitudine (nord-sud) rivelano la riproduzione cartografica che avviene nella mente dei parlanti prima che si concretizzi la comunicazione verbale": https://t.co/vUvOYocgd7 pic.twitter.com/uA2ZwBbxl4
— Accademia della Crusca (@AccademiaCrusca) March 30, 2023
Il parere degli studiosi
Secondo gli studiosi, esperti e istituzioni come l’Accademia della Crusca la nostra lingua sta affrontando uno “scadimento”. Con la globalizzazione e una serie di altri fattori l’uso di termini in inglese è diventato una prassi comunicativa che non arricchisce il nostro lessico ma lo impoverisce. Secondo le ultime stime dal 2000 ad oggi il numero di parole inglesi entrate nell’ “italiano scritto” è aumentato del 773%: a fronte di novemila anglicismi attualmente presenti nel dizionario della Treccani su circa 800mila parole italiane. Recuperando un dizionario Devoto-Oli del 1990 e uno del 2022, per esempio, si è passati da circa 1600 a 4000, cioè una media di 74 all’anno.