Sono ore di apprensione a Treviso, dove un 15enne è ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Ca’ Foncello per una meningite da meningococco di tipo B, secondo quanto ha reso noto dal servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’Ulss 2 con una nota.
“Il giovane, si legge nel comunicato, frequenta una scuola superiore e ha manifestato i primi sintomi della malattia nella serata di Mercoledì 29 Marzo. Giovedì è stato portato al Pronto Soccorso dell’ospedale di Montebelluna dove, a seguito degli accertamenti eseguiti ,è stata diagnostica la meningite: il paziente è stato trasferito al Ca’ Foncello, dove è ricoverato in terapia intensiva”.
Immediatamente attivata la profilassi antibiotica per i contatti più stretti, come da protocollo: oltre ai familiari, anche gli amici e i compagni di classe, per un totale di circa 40 persone, tra ieri e oggi.
Il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi assicura:
“Il giovane non è in pericolo di vita. Al momento è ancora ricoverato in terapia intensiva ma le sue condizioni sono stabili”.
Il caso emerso nella zona di Montebelluna arriva a solo un mese di distanza dalla tragica morte di Tommaso Fabris il 17enne di Tezze sul Brenta mancato all’affetto dei suoi cari per una meningite batterica.
“Purtroppo in questo periodo, conclude il direttore generale Benazzi, può esserci il rischio che, soprattutto i minori, contraggano la meningite. I casi di quest’anno nella nostra Ulss non sono in aumento quindi eviterei allarmismi. L’importante è riuscire a individuare per tempo i sintomi recandosi subito al Pronto Soccorso”.
Treviso 15enne ricoverato per meningite: attenzione ai sintomi
Il batterio che causa questa malattia infettiva è “Neisseria meningitidis”, chiamato anche Meningococco, come si legge sul sito del Ministero della Salute. Il periodo di incubazione della meningite virale va dai 3 ai 6 giorni; per la forma batterica il periodo di incubazione può essere più lungo, dai 2 ai 10 giorni (tempo massimo previsto per la sorveglianza sanitaria).
I primi sintomi possono essere aspecifici, si possono riscontrare: sonnolenza, cefalea o inappetenza. In genere, però, dopo 2-3 giorni i sintomi peggiorano e compaiono nausea e vomito, febbre, pallore e fotosensibilità; segni tipici sono la rigidità della nuca e quella all’estensione della gamba.
La meningite e la sepsi meningococca si possono anche presentare con forme fulminanti, con il peggioramento delle condizioni in poche ore, e la comparsa di petecchie (piccole macchie rossastre o violacee dovute a micro-emorragie dei vasi).
I numeri della meningite in Italia e nel mondo
Ogni anno in Italia oltre 1000 persone contraggono la meningite e circa una persona ogni due viene colpita da meningite meningococcica.
In particolare, i sierogruppi B e C sono particolarmente diffusi nel nostro Paese. Secondo i dati epidemiologici dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la meningite meningococcica provoca il decesso nell’8-14% dei pazienti colpiti. In assenza di cure adeguate, il tasso di mortalità sale addirittura al 50%.
Quanto al sierotipo B, oltre ad essere particolarmente aggressivo con altissima letalità, è responsabile da solo di circa l’80% dei casi in età pediatrica. E ha una massima incidenza soprattutto nel primo anno di vita, tra il 4° e l’8° mese.
Se si considera invece la situazione epidemiologica a livello mondiale, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ogni anno si verificano 500mila casi di meningite meningococcica, di cui circa 50mila letali.
Inoltre, il 5-10% delle persone che contraggono l’infezione muore nonostante la malattia venga diagnosticata in tempo e si riceva un trattamento appropriato. Per quanto riguarda il sierotipo B del meningococco, si stima che nel mondo si verifichino ogni anno tra i 20mila e gli 80mila casi. E il tasso di letalità medio è del 10%.
In Europa la maggior parte dei casi di meningite è causata dal meningococco di tipo B e C. Negli Stati Uniti risulta importante anche il sierogruppo Y, mentre il ceppo A è il più diffuso in Asia.
Per quanto riguarda il continente africano le epidemie sono associate soprattutto ai gruppi A e C del meningococco. Esiste, per loro, una vera e propria fascia di meningite radicata, chiamata “cintura della meningite”. Questa epidemia si sviluppa principalmente nella stagione secca che ne favorisce la diffusione.
Proprio in quest’area si è verificata nel 1996 la più grave epidemia di meningite mai registrata con circa 250.000 casi e 25.000 morti.