Chi è Igor il russo e perché si è tornati a parlarne? Detenuto in Spagna dal 2017, dove è stato arrestato in relazione a un triplice omicidio, l’uomo, all’anagrafe Norbert Feher, è un serial killer e, di recente, avrebbe aggredito gli agenti della struttura carceraria in cui è recluso. La sua è una storia di crimini e violenze.

Chi è Igor il russo, il serial killer detenuto in Spagna dal 2017

Nato nel 1981 in una piccola cittadina della Serbia settentrionale a forte presenza ungherese, Norbert Feher è noto con lo pseudonimo di “Igor il russo” perché, stando ai racconti fatti ai suoi compagni di cella, avrebbe prestato servizio nell’esercito russo durante la seconda guerra cecena come membro degli Specnaz, i reparti speciali. Negli anni è stato accusato di diversi reati: ricercato per violenza sessuale e rapina dalla Polizia serba, nel 2006 si trasfersce in Italia. L’anno successivo, nonostante la sua abilità nel cambiare radicalmente il proprio aspetto, viene arrestato dalle autorità italiane per una serie di furti commessi tra Ferrara e Rovigo.

Presentatosi in carcere sotto falso nome, riesce ad evitare l’estradizione e, una volta uscito, nel 2010, riprende la propria attività criminale. Viene arrestato una seconda volta nel 2011. Il procuratore capo di Ferrara ne chiede l’espulsione ma, in assenza di un’identificazione certa e non essendo riconosciuto dalla Russia – di cui si dice cittadino -, rimane nel carcere dell’Arginone fino al rilascio, nel 2015. Due anni più tardi si macchia di un delitto ben più efferato: è il 1 aprile del 2017 e, nel corso di una rapina ai danni di un bar di Budrio, in provincia di Bologna, spara al titolare, il 52enne Davide Fabbri, che aveva provato a strappargli di mano la pistola, sottratta qualche giorno prima a una guardia giurata, uccidendolo.

Fingendosi ferito, riesce a fuggire e si rifugia in un’area di quaranta chilometri quadrati nelle paludi del Ferrarese, dove l’8 aprile dello stesso anno uccide Valerio Verri, guardia provinciale di professione, ferendone gravemente un’altra. Anche questa volta la passa liscia e, per un po’, scompare nel nulla. Il 17 maggio fa recapitare al comando centrale dei carabinieri di Faenza una cartolina in cui fa sapere di aver lasciato l’Italia. La sua destinazione è la Spagna. Qui, il 5 dicembre, presso il villaggio aragonese di Albalate del Arzobispo, assalta una fattoria, ferendo due persone. Si sposta poi nella cittadina di Andorra dove, nel corso di una rapina, uccide tre persone.

Viene arrestato dalle autorità spagnole il 15 dicembre, dopo un incidente stradale durante la fuga, che lo lascia privo di sensi. Da allora è detenuto in un carcere di massima sicurezza di Madrid. Nel 2020 è stato condannato dal Tribunale Provinciale di Teruel a 21 anni di prigione per due omicidi e detenzione illecita di armi. In Italia il processo a suo carico si è concluso con una sentenza di condanna all’ergastolo nel 2021.

L’aggressione agli agenti

Da quando è recluso, più volte si è scagliato contro gli agenti: nel 2021, usando delle schegge di ceramica ricavate dalle piastrelle del bagno, ne ferì cinque. Ora, secondo quanto riportato da fonti locali, il killer, condannato all’ergastolo giovedì scorso anche in Spagna, si sarebbe dotato di una sorta di “armatura” fatta di riveste e giornali e, dopo aver staccato un frammento di piastrella del pavimento, avrebbe colpito un agente al volto, gridando agli altri: “Vi ucciderò uno a uno”. “Igor è estremamente aggressivo, dobbiamo stare molto attenti. Vive in una tensione permanente, si sente sempre in guerra contro tutti e immagina che tutti siano contro di lui. Da anni terrorizza chi è incaricato di vigilare sulla sua incolumità, in carcere”, dicono gli operatori, citati dal sito spagnolo Hoy Aragon.