Una lunga e interessante intervista quella rilasciata da Moise Kean ai microfoni del Corriere dello Sport. L’attaccante della Juventus ha offerto diversi spunti, tracciando un primissimo bilancio sulla stagione appena trascorsa e volgendo lo sguardo anche al passato. L’allora direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici affermò che in poco tempo Moise sarebbe diventato uno dei più forti attaccanti al mondo. Il percorso di crescita di Kean ha subito qualche incidente di percorso, ma l’obiettivo resta quello di continuare a crescere e stupire in maglia bianconera: “Sì, sono ancora in tempo, non sono uno che guarda troppo avanti. Gente come Salah e Mané ha impiegato un po’ di anni prima di esplodere. Mané ha 31 anni, Salah è diventato Salah a 25 anni. Ho avuto la fortuna di giocare con grandi campioni qui a Torino, a Parigi, a Liverpool e i campioni aiutano a crescere. Cristiano Ronaldo ha lavorato per diventare il numero uno, non si è fatto bastare il talento”.
L’intervista di Kean: “Allegri maestro, Vlahovic fuoriclasse”
L’intervista a Moise Kean, rilasciata al Corriere dello Sport, sposta successivamente il suo focus sul rapporto con l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri: “Il mister mi ha sempre trattato da uomo, fin da quando mi seguiva nella Primavera. È stato duro, duro nel senso buono. Da allora molte cose sono cambiate, il percorso da seguire l’ho individuato, mi sto dando da fare. Vlahovic? Quando un attaccante così importante non fa gol per due, tre partite di fila gli sale la tensione. Dusan è fortissimo, sente la responsabilità. È un’ottima persona”. L’attaccante della Juventus ha aggiunto: “Ho girato tanto, ora lavoro sodo per trovare una stabilità e la continuità. Ho uno staff personale di quattro persone che mi segue: un nutrizionista, un preparatore atletico e specialisti che mi aiutano a migliorare, non trascuro più niente. Lavoro con loro anche quando non ho l’allenamento, lavoro molto sul ritmo e per evitare sprechi di energia e qualche errore del passato. Segno per la Juve e per me”.
L’attaccante ritorna anche sulla mancata convocazione in Nazionale
Kean affronta anche il tema nazionale. Sull’ultima mancata convocazione e l’annesso esperimento di nuove leve provate nel reparto d’attacco, l’attaccante afferma: “”Gli oriundi come Retegui in Nazionale? Non lo considero un problema, per me non lo è. La cosa più importante è che chi veste la maglia azzurra deve essere disposto a sudare, e tanto. La Nazionale è un traguardo importante. Ho imparato che il talento va lavorato ogni giorno, in ogni momento”. Chiusura sull’amico Zaniolo: “Nicolò è un’ottima persona e un amico, abbiamo passato bei momenti insieme. Troppi? Siamo ragazzi. Ha fatto una scelta, ci sentiamo spesso, non dico tutti i giorni, quasi tutti. In Turchia è felice e so che riuscirà a dimostrare quanto vale. La sua felicità mi rende felice. Dagli errori si deve ripartire”.