Si attende oggi l’ok definitivo al decreto, già approvato dal Consiglio dei ministri, riguardante il ponte sullo stretto di Messina. Il testo introduce disposizioni urgenti per la realizzazione della struttura stradale che collegherà la Sicilia e la Calabria attraverso lo stretto di Messina. Un’opera millenaria, inseguita e poi mollata durante l’avvicendarsi dei tanto governi italiani e che questo governo, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, ha deciso di mettere tra le priorità da inseguire in termini infrastrutturali. Lo ha fatto anche Matteo Salvini, numero uno del ministero competente, anche contraddicendo sé stesso. Era il 2016 quando Salvini, leader di una lega più arroccata su un posizionamento regionalista e nordista, parlava del ponte come di un’opera che “non sta nemmeno in piedi”. L’attuale Vicepremier, ospite di Radio Capital questa mattina, ha spiegato la metamorfosi d’intenti:

Adesso stiamo spendendo decide di miliardi per il potenziamento delle strade e delle ferrovie in Sicilia e Calabria: fare ferrovie più moderne senza il Ponte non ha senso.

Così il Ministro leghista. Il quale, poi, ha ribadito quanto quella odierna sia una giornata cruciale per il destino di questa opera. L’ok definitivo al decreto, infatti, dovrebbe arrivare in giornata. Sarà un primo passo, prima dei normali passaggi parlamentari nell’ambito dell’iter legis, per un maxi intervento che toccherà più ambiti: la riapertura della società competente dei lavori, il cambio di governance, il riavvio della programmazione relativa alle attività e agli interventi, gli studi di fattibilità ed il monitoraggio ambientale.

Ponte sullo stretto, oggi ok al decreto. Salvini detta il timing

In attesa di capire i risvolti che offrirà questa giornata, Matteo Salvini pone già l’orizzonte al futuro e – sempre ai microfoni di Radio Capital – detta il timing relativo alla realizzazione dell’opera. Così Il Vicepremier:

L’obiettivo che ci siamo dati è posare la prima pietra entro l’estate del 2024.

Sul codice degli appalti

Matteo Salvini, poi, è intervenuto sulla riforma del codice degli appalti che era stata affidata al Consiglio di Stato:

Per prima cosa è una norma richiesta dell’Europa, poi, seconda cosa, non esiste dire che i sindaci fanno lavorare i cugini, c’è il rischio della malavita, presuppone che sindaci e imprenditori siano una cricca del malaffare. Questo è un codice che semplifica, taglia i tempi, ha tra gli obiettivi aprire più velocemente i cantieri. Fra uno e cinque milioni i Comuni potranno decidere se andare a gara o fare la procedura negoziato. Con Busia (Presidente dell’ANAC, Autorità Nazionale Anticorruzione, ndr) ci siano messaggiati ieri. Durante la giornata c’è stata una correzione di rotta, dai sindaci delinquenti ai sindaci eroi.

Migrazioni e famiglie omogenitoriali

Matteo Salvini, infine, è intervenuto su un paio di temi al centro dell’agenda mediatica. Sulla migrazione ha detto:

Non ho elementi per dire” se vi sia o meno la Wagner dietro l’ondata migratoria in corso, “stiamo lavorando con guardia costiera per limitare morti e partenze. Se l’Europa c’è, questo il momento di dare un segnale. Conto che capiscano che Lampedusa, Ventimiglia e Trieste sono frontiere non solo italiane ma europee. Per ora l’Europa non è pervenuta. I numeri si stanno moltiplicando. Adesso serve un intervento di protezione dei confini ma se l’Ue si opera di frigoriferi green e case green …”.

Per quanto riguarda il no alla registrazione di figli di coppie omogenitoriali Salvini ha commentato al netto del richiamo – arrivato ieri – recepito dal Parlamento Europeo. Il commento:

È una presa di posizione politica della sinistra, che ha la maggioranza nel Parlamento europeo, così come per le case, auto, frigoriferi green. Ci vuole un po’ di buonsenso, ovviamente i bimbi non sono né frigoriferi né auto. L’utero in affitto, la maternità surrogata, i bimbi acquistati all’estero e poi portati in Italia non possono essere il futuro per quel che mi riguarda. Stiamo lavorando per agevolare le adozioni. Aprire un varco a ipotesi a utero in affitto è una cosa immorale e lontano dalla realtà.