Quintali di letame scaricati di fronte alla sede della Regione Piemonte, a Torino, per denunciare l’assenza di politiche di contrasto alla siccità, con lo slogan: “Siamo un Po nella m….”. È l’ultima protesta messa a segno dagli attivisti del movimento Extinction Rebellion, che da anni si batte per sensibilizzare opinione pubblica e governi sul tema del cambiamento climatico. L’azione segue di qualche settimana quella organizzata a Firenze dagli ambientalisti di Ultima Generazione che, imbrattando la facciata di Palazzo Vecchio, sede del comune, speravano di ottenere dal governo uno stop ai sussidi pubblici a tutti i combustibili fossili.
Protesta Regione Piemonte: letame davanti alla sede di Torino
All’alba di questa mattina, 31 marzo, una ventina di attivisti di Extinction Rebellion si sarebbero recati nei pressi della sede della Regione Piemonte, un grattacielo situato all’angolo tra via Nizza e via Farigliano, a Torino, scaricando quintali di letame davanti all’ingresso principale e appendendo uno striscione rosa con la scritta: “Dalla Regione non nasce niente, dal letame nascono fiori!”, riprendendo il finale della celebre canzone “Via del Campo” di Fabrizio De Andrè. “Siamo un Po nella m….”, avrebbero aggiunto, richiamando lo slogan che era comparso su uno striscione appeso al Ponte della Grande Madre un anno fa per denunciare lo stato di siccità del fiume Po.
“Sentiamo ormai ogni giorno interviste e dichiarazioni del presidente e degli assessori regionali sul gravissimo stato di siccità in corso, ma tutti i progetti promossi da questa Giunta, come lo Skidome di Cesana e i chilometri di piste e infrastrutture nel Parco Naturale dell’Alpe Devero, raccontano un’altra storia”, avrebbe dichiarato uno degli attivisti coinvolti nella protesta, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa. “Siamo in una crisi idrica gravissima, sintomo di un problema sistemico e ben più ampio, e la Regione Piemonte, insieme al governo italiano, sta letteralmente premendo l’acceleratore verso il collasso climatico”, hanno proseguito gli attivisti.
“Siamo qui vestiti di fiori perché sappiamo che una rinascita è ancora possibile – spiegano -. Di fronte alle inadempienze della Regione ci ribelliamo chiedendo di agire!”. Quella di oggi è solo una delle attività nonviolente portate avanti dal movimento col fine di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del cambiamento climatico e, più di recente, per richiamare l’attenzione della cittadinanza sulla responsabilità del governo regionale – e nazionale – nell’aggravarsi della crisi idrica.
L’ultima protesta degli attivisti per il clima in Italia
A metà marzo, per accendere i riflettori sulla crisi climatica, gli attivisti di Ultima Generazione avevano deciso di imbrattare la facciata principale di Palazzo Vecchio, sede del comune di Firenze, in piazza della Signoria. A fermarli, oltre agli agenti, era stato il Sindaco della città, Dario Nardella, che proprio in quel momento stava effettuando un sopralluogo sull’Arengario. In quel caso la richiesta avanzata nei confronti del governo era quella di bloccare i sussidi pubblici a tutti i combustili fossili, con le seguenti motivazioni:
È ormai assodato il legame tra combustibili fossili e riscaldamento globale. Nel 2021, i sussidi ambientalmente dannosi (SAD) pagati dallo Stato italiano hanno raggiunto quota 41,8 miliardi di euro. Per salvare il Pianeta serve subito un Rinascimento Ecologico. A Firenze il Palazzo è sempre lo stesso, ma il Governo attuale della città, ha perduto quella visione del futuro per tutta la comunità. Troppe le ipocrisie dell’Amministrazione Comunale fiorentina nelle scelte verso una concreta transizione ecologica ed energetica. Il Presidente Mattarella, durante il suo recente viaggio istituzionale in Kenia ha parlato di ‘sostenibilità ambientale, sociale ed economica’, indicando come la riduzione delle emissioni nei tempi e nelle modalità indicate dalla comunità scientifica costituisce un obbligo ineludibile che riguarda tutti. Non abbiamo un secondo tempo.