“Papà mi sta facendo del male”. Sono queste le parole di aiuto che Zenepe Uruci avrebbe rivolto al figlio su Whatsapp, sperando di potersi salvare dalla furia del marito Xhafer. L’uomo, 62 anni, è stato arrestato per averla colpita diverse volte con un coltello all’interno della loro abitazione di Borgo Rivo, in provincia di Terni, uccidendola. La tragedia si è consumata nel pomeriggio di ieri, 30 marzo. A raggiungere per primo il luogo del massacro proprio il figlio della coppia che, dopo aver ricevuto il messaggio di sua madre, aveva chiamato il padre, preoccupato, assistendo indirettamente all’omicidio. Si tratta del secondo femminicidio avvenuto in due giorni in Umbria.
Donna uccisa a Terni: aveva chiesto aiuto al figlio per tentare di salvarsi
Gli inquirenti ipotizzano che il femminicidio sia avvenuto al culmine di una lite scoppiata tra la vittima, la 56enne Zenepe Uruci, e il marito, Xhafer, di 62 anni. Non una novità, come avrebbero confermato i conoscenti e i vicini della coppia: stando alle testimonianze, l’uomo, da sempre piuttosto violento, avrebbe più volte picchiato la moglie. E le forze dell’ordine sarebbero intervenute ripetutamente nella loro abitazione per cercare di calmare gli animi, tanto che chi li conosceva parla di una “morte annunciata”: Zenepe aveva manifestato non solo al figlio, ma anche ai suoi amici, la paura che nutriva nei confronti dell’uomo.
Paura che nel pomeriggio di ieri, 30 marzo, sarebbe diventata concreta quando il 62enne avrebbe iniziato ad aggredirla con un coltello. Nel tentativo di salvarsi dalla sua furia cieca, Zenepe avrebbe preso il telefono e, agitata, avrebbe inviato al figlio – che si trovava nel Viterbese per lavoro – un messaggio vocale su Whatsapp, dicendogli: “Papà mi sta facendo del male”. Allarmato, il giovane avrebbe telefonato al padre, ricevendo in risposta i deliri dell’uomo e le urla della mamma in sottofondo. Una volta arrivato nei pressi dell’abitazione familiare, a Borgo Rivo, avendo assistito indirettamente all’omicidio, non avrebbe potuto far altro che constatare il decesso della donna.
Di origini albanesi come il marito, Zenepe lavorava da anni in una nota pescheria del paese in provincia di Terni ed era benvoluta da tutti. Xhafer era invece noto per i suoi eccessi d’ira. Fermato subito dopo i fatti con l’accusa di omicidio volontario, è stato trasferito in Questura e poi in carcere. Le indagini a suo carico sono coordinate dalla Procura di Terni.
Femminicidio a Tuoro sul Trasimeno: uccide la compagna e si suicida
Quello di Terni è il secondo femminicidio verificatosi in Umbria negli ultimi giorni. Lo scorso 28 marzo una simile vicenda aveva infatti coinvolto anche il paesino di Tuoro sul Trasimeno, in provincia di Perugia. Qui le forze dell’ordine, in seguito a una segnalazione, avevano trovato i corpi senza vita di un uomo e una donna, sospettando fin da subito che potesse essersi trattato di un caso di omicidio-suicidio. Stando ai rilievi effettuati sulle salme, gli inquirenti sarebbero riusciti poi a ricostruire le dinamiche di quanto accaduto: al culmine di una lite l’uomo, di 66 anni, avrebbe soffocato la compagna. Prima di togliersi la vita a sua volta, avrebbe scritto dei biglietti ritrovati in casa.
A dare l’allarme sarebbero stati alcuni vicini di casa della coppia che, dopo aver notato la loro assenza, avrebbero allertato il proprietario di casa. Quest’ultimo, giunto sul posto per controllare che tutto fosse a posto, avrebbe trovato l’uomo impiccato nella rimessa del giardino. All’arrivo dei soccorritori, entrati in casa grazie all’aiuto dei vigili del fuoco, sarebbe poi stato trovato anche il corpo esanime della 59enne. Non è ancora chiaro agli inquirenti a che ora i due possano essere morti. Sarà l’autopsia a rispondere ad ogni interrogativo.