Quali somme della pensione di reversibilità si possono pignorare? Qual è il limite pignorabile della pensione di reversibilità? Per quale somma scatta il pignoramento? La pensione di reversibilità come trattamento riservato agli eredi, è veramente pignorabile? Sembra, incredibile, ma la pensione di reversibilità finisce nell'asse dei trattamenti economici previdenziali pignorabili, alla pari delle altre prestazioni, come ad esempio la pensione di vecchiaia.
Tuttavia, la legge tutela sempre la parte debole esposta all'aggressione dei crediti, per questo ha introdotto dei limiti che regolano il pignoramento.
Nello specifico, secondo le disposizioni contenute nell'articolo 545 del Codice di procedura civile, il creditore può vantare un diritto solo per l'importo di un quinto incrementato della metà dell'assegno sociale.
La pensione di reversibilità è pignorabile come ogni forma di prestazione economica previdenziale diretta. Occorre, considerare, che gli assegni pensionistici possono essere oggetto di espropriazione forzata (pignoramento) entro un tetto massimo di un quinto dell'ammontare.
Oltretutto, esistono diversi parametri da valutare, come appunto, la presenza del valore rappresentato dall'assegno sociale, più famoso come minimo vitale disposto dalla normativa e, il più delle volte riguarda la presenza di un trattamento minimo vitale aumentato della metà
Per facilitare la comprensione circa l'applicazione del trattamento minimo, proponiamo diversi esempi, quali:
L'Ente nazionale della previdenza sociale può procedere al pignoramento della pensione di reversibilità, così come può richiederlo anche una cassa previdenziale. D'altra parte, l'esecuzione forzata è una procedura applicabile sia per il conto corrente bancario o postale, laddove l'assegno pensione viene erogato attraverso l'accredito diretto sul conto.
In questo caso, cambiano i parametri di riferimento, quali:
Oltretutto, il valore di riferimento per il pignoramento dovrà rapportarsi alla base netta degli emolumenti percepiti dal pensionato.
Si, assolutamente, secondo i modi e termini stabiliti dalla normativa vigente.
In conclusione, la pensione di reversibilità è uno dei tanti trattamenti economici previdenziali, su cui i creditori possono vantare un diritto, dunque il trattamento può essere pignorato.
Seppure, si tratta di un beneficio economico riconosciuto agli eredi, non rientra nella classifica degli aiuti erogati a titolo di sussidi o indennità come sostegno al reddito.
La presenza di debiti, quindi di obbligazioni non onorate dal defunto, possono non ricadere sugli eredi, se si rinuncia all'attività e passività dell'asse ereditario.
In questo modo, si mette al sicuro la pensione di reversibilità, che in nessun caso potrà essere attaccata dai creditori.
In sostanza, la rinuncia all'eredità permette all'erede di liberarsi dall'onere e, quindi, di evitare una procedura di pignoramento.
La pensione di reversibilità non contiene una natura successoria, per cui rinunciando all'eredità si preserva l'intero valore del trattamento.