Le notizie rispetto all’attuazione del PNRR sono preoccupanti. Rischiamo di perdere un’occasione storica. Noi chiediamo a Fitto di venire in Parlamento a fare chiarezza. Stanno rallentando provvedimenti decisivi come quelli sulla concorrenza. Stanno facendo confusione sui balneari. C’è una grave confusione generale di cui rischia di pagarne soprattutto il Mezzogiorno”, così Piero De Luca, deputato del Pd e capogruppo in commissione Affari Ue alla Camera, durante il Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.

De Luca: “La confusione del governo sul Pnrr mette a rischio un’occasione storica”

Alcuni interventi da qui al 30 giugno 2026 non possono essere realizzati, ed è matematico”, lo dice chiaramente il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che all’ultimo Consiglio dei ministri ha strigliato i colleghi per i ritardi sul Pnrr, soprattutto i responsabili dei ministeri competenti. Poi però in qualche modo ritratta e si giustifica. “Noi siamo al governo da quattro mesi e non da quattro anni”, dice.

“Il governo ha lanciato segnali di voler modificare alcuni progetti, di tornare indietro su alcuni programmi, di modificare alcuni impegni presi con l’Europa. Non ha ancora coinvolto il Parlamento per spiegare quali sono le intenzioni. Denunciamo mancanza di confronto e di dialogo. L’ammissione di Fitto non è accompagnata da atti coerenti che procedono nella messa a terra del Pnrr”, ha aggiunto De Luca.

Il timore che la terza tranche da 19 miliardi sia bloccata è alto. Da Bruxelles comunque dicono che una proroga ulteriore altri Paesi l’hanno chiesta”.

“Nella precedente legislatura – spiega il deputato – il Parlamento ha votato 3 risoluzioni per come redigere il piano, i pilastri sono tre: ricettazione ambientale, transizione digitale e coesione sociale e territoriale. Oggi il governo parla di emendare il piano ma ancora non ha spiegato cosa fare in concreto. E questa conclusione mi pare emerga anche nelle interlocuzioni con la Commissione Europea, cha ha congelato il pagamento della terza rata da 19 miliardi perché vuole vederci chiaro sugli impegni e sulle intenzioni del governo rispetto ai prossimi step”.

Occorre sottolineare anche una dinamica politica non indifferente in questo quadro. Si tratta del rapporto consolidato, di fiducia, che legava la commissione europea al precedente governo Draghi.

“Io credo che le valutazioni della Commissione siano di carattere puramente tecnico, non accetto l’idea che ci siano motivi politici. C’è una differenza di approccio, il nuovo governo ha creato un approccio meno dialogante e costruttivo del precedente. L’attuazione del Pnrr porta l’Italia ad essere non più contributore netto ma percettore netto. Per la prima volta i soldi che riceve dall’Europa sono di più di quelli che versa. Dobbiamo solo chiedere una grande attenzione per attuare questo piano”, conclude De Luca.