Dura reazione degli Usa all’arresto del giornalista americano del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, da parte del tribunale di Mosca avvenuto in mattinata con l’accusa di essere una spia di Washington alla ricerca di informazioni contro Vladimir Putin. “È inaccettabile che il governo russo prenda di mira cittadini americani, condanniamo la detenzione di Mr Gershkovich nei termini più forti“. E’ quanto dichiara la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, esprimendo la “profonda preoccupazione per le inquietanti notizie riguardo all’arresto in Russia di Evan Gershkovich, un cittadino americano“.

Reazione USA arresto Gershkovich

La Jean-Pierre prosegue: “Condanniamo inoltre i continui attacchi e la repressione da parte del governo russo dei giornalisti e della libertà di stampa. La notte scorsa la Casa Bianca e il dipartimento di Stato ha parlato con la testata di Gershkovich, il Wall Street Journal, l’amministrazione è anche in contatto con la sua famiglia. Il dipartimento di Stato è in diretto contatto con il governo russo sulla questione, anche lavorando attivamente per ottenere accesso consolare a Gershkovich. Voglio con forza reiterare che gli americani dovrebbero attenersi all’avviso del governo americano a non recarsi in Russia, i cittadini che vi risiedono o vi si trovano in viaggio dovrebbero partire immediatamente, come il dipartimento di Stato continua a ripetere“.

Alla portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre fa eco anche il segretario di Stato americano Antony Blinken: “Siamo in contatto costante con il quotidiano. Condanniamo nei termini più duri i continui tentativi del Cremlino di intimidire, reprimere e punire i giornalisti e le voci della società civile“. Il giornalista è stato trasferito al tribunale di Lefortovo, a Mosca, dove la Corte ha confermato l’arresto per almeno due mesi, fino al 29 maggio nonostante la dichiarazione di non colpevolezza rilasciata dal giornalista.

Ipotesi scambio di prigionieri

L’ipotesi più accreditata è un eventuale scambio di prigionieri fra Stati Uniti e Russia con Washington che potrebbe offrire Serghei Cherkasov, un russo detenuto in Brasile e incriminato nei giorni scorsi negli Usa con l’accusa di essere un agente dei servizi d’intelligence russi. Da Mosca però smentiscono questa soluzione al momento, il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov ha parlato alla Tass spiegando che “non è stata ancora discussa. Non ho alcuna informazione, non ho nulla da dire in proposito”.  Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha auspicato che gli Usa non compiano atti di rappresaglia per l’arresto del giornalista del Wall Street Journal in Russia. “Speriamo che ciò non avvenga e non deve avvenire“, ha detto citato dall’agenzia Ria Novosti.

I motivi dell’arresto

Nel comunicato l’Fsb spiega di aver “fermato le attività illegali del cittadino statunitense Gershkovich Evan, classe 1991, corrispondente da Mosca del quotidiano americano The Wall Street Journal, accreditato presso il ministero degli Esteri russo, sospettato di spionaggio a vantaggio del governo americano“.  Sempre secondo i servizi russi, Gershkovich avrebbe raccolto informazioni coperte da “segreto di stato” sulle attività di una delle “imprese del complesso militare-industriale russo. Il giornalista, precisa l’Interfax, rischia fino a 20 anni di carcere.

Il lavoro del giornalista del Wall Street Journal che stava svolgendo a Ekaterinburg quindi, secondo Mosca, “non ha nulla a che fare con il giornalismo“. Lo ha dichiarato sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, commentando l’arresto del giornalista. “Purtroppo non è la prima volta che lo status di corrispondente estero viene usato nel nostro Paese per coprire attività che non sono giornalismo“, ha aggiunto la portavoce. “Per quanto ne sappiamo, è stato colto in flagrante“, ha quindi dichiarato in un punto stampa il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Il sito indipendente Meduza, bannato dal governo russo, sostiene che Gershkovich non abbia visitato solamente Ekaterinburg, ma abbia fatto anche una tappa a Nizhny Tagil, località dove è situato uno stabilimento dell’industria della difesa Uralvagonzavod che produce carri armati.