La Lega si prepara alla guerra al canone Rai: il partito ha preparato la bozza di un ddl, presentato in Senato, che punta a rivoluzionare il servizio pubblico radiotelevisivo sino alla cancellazione del canone.

Secondo quanto riferisce l’AdnKronos, il ddl prevede una “progressiva riduzione” dell’imposta, “con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento“. Il canone, del resto, “risulta oggi anacronistico e ingiusto, in quanto è dovuto per la semplice detenzione di apparecchi atti o adattabili a ricevere un segnale”.

Il partito di Matteo Salvini ipotizza la creazione di un nuovo canale “interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot”.

Cancellazione canone Rai, nella nuova Radiotelevisione italiana ci saranno approfondimenti sul ruolo della donna

Quello della riforma della Radiotelevisione italiana rappresenta uno dei principali cavalli di battaglia dello stesso Salvini in campagna elettorale. L’odierno vicepremier, nonché leader della Lega, auspica un’abolizione totale dell’imposta entro 5 anni. Già oggi, secondo il ddl, il pagamento del canone “non è dovuto” in caso di “impossibilità di accesso alla rete” o di “fruizione del servizio per motivi estranei alla propria volontà”.

Il servizio “radiofonico, televisivo e multimediale” è considerato “un servizio pubblico indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere, al contempo, le identità locali”.

Un’informazione fruibile e condivisibile offerta tramite televisione, radio e altri dispositivi multimediali diffusa attraverso le diverse piattaforme che risponda, prioritariamente, ai compiti di libertà, completezza, obiettività e pluralismo dell’informazione, nonché di valorizzazione delle identità locali e delle minoranze linguistiche.

Tra gli approfondimenti plausibili durante le future trasmissioni ci saranno “una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché nelle istituzioni e nella famiglia”.

Rai, i programmi finanziati con il contributo del canone saranno riconoscibili dai telespettatori

Il ddl punta a rendere “riconoscibile per i telespettatori, in modo agevole e immediato, il pubblico interesse del programma”, attraverso l’inserimento della dicitura ‘Programma finanziato con il contributo del canone‘ “all’inizio, alla fine o nel corso di ciascuna trasmissione”. Non saranno chiamati a farlo “i telegiornali, intesi come notiziari nazionali e regionali con programmazione quotidiana e straordinaria, compresi quelli diffusi dal canale tematico di informazione”.

Una chiosa sull’estensione della durata temporale della concessione fino a dodici anni, “per dare continuità e certezza”, e del mandato dei membri del consiglio di amministrazione, i quali non potranno ricoprire tale incarico “per più di due mandati consecutivi”. I membri del Consiglio d’amministrazione saranno sette: presidente e amministratore delegato, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, più “quattro membri eletti dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e uno designato dall’assemblea dei dipendenti della Rai”.

Una riforma che avrà come diktat principale il “contenimento dei costi e di garanzia sulle responsabilità editoriali, che non si possa esternalizzare più del 30 per cento delle produzioni, organizzazioni e realizzazioni di trasmissioni”.