Nella tarda mattinata c’è stato un nuovo incontro tra i vertici della Portovesme Srl e i lavoratori. “E’ stato un incontro breve – ha detto, contattato da TAG24.it, uno dei delegati RSU della CGL Matteo Roccasalva – non c’era margine di discussione per gli elementi messi sul tavolo. L’azienda ci ha aggiornato sullo stato delle cose e che l’incontro di ieri ha posto le basi per incontro con Glencore e governo lunedì a Roma”. Adesso quindi non rimane che aspettare l’appuntamento fissato per lunedì 3 aprile, di nuovo al MIMIT, e per cui sono attesi anche i dirigenti della controllante che arriveranno direttamente dalla Svizzera, la Glencore. “Sicuramente – continua a spiegare Roccasalva – c’è di positivo che stiamo facendo sedere al tavolo le persone più autorevoli, coloro che possono invertire la tendenza che si sta prendendo nello stabilimento”. E nell’attesa i lavoratori non mollano. Continua la loro mobilitazione alla Portovesme Srl, in attesa proprio della riunione fissata per lunedì 3 aprile. In ballo c’è sempre la questione legata al blocco della produzione del comparto sardo, che mette a rischio circa 1500 posti di lavoro. I vertici societari, nel corso di queste settimane, hanno fatto sapere di non poter andare avanti per i problemi creati dal caro energia. Tutto è cominciato circa un anno e mezzo fa quando l’azienda ha cominciato ad entrare in crisi. La società che produce zinco e piombo ed è considerata l’Ilva della Sardegna, fa dell’uso dell’energia praticamente la principale attività. E con il rincaro dei costi alla fine la chiusura è arrivata. Il 28 febbraio è cominciata la mobilitazione dei lavoratori con proteste – in 4 si sono chiusi in cima ad una ciminiera – e richieste di aiuto al MIMIT. Di li a poco sono cominciati gli incontri con la sottosegretaria Fausta Bergamotto. Alla fine lo scorso 24 marzo si è tenuto il terzo incontro tra società e Ministero al termine del quale i lavoratori erano usciti poco soddisfatti perché la sottosegretaria Bergamotto, con il suo staff, avevano rilevato le condizioni per l’azienda di riaprire la produzione, proponendo anche una soluzione, da qui a tre mesi, per cercare di alleggerire il caro energia. La Portovesme invece è rimasta sui suoi passi e da lunedì scorso sono cominciate le manifestazioni dei lavoratori contro l’azienda, con presidi e blocchi davanti ai cancelli. Alla luce di queste ultime notizie, la mobilitazione dei dipendenti non si ferma.

Portovesme Srl ultime notizie, lunedì 3 aprile arriveranno i dirigenti della controllate Glencore dalla svizzera per l’incontro al MIMIT

E’ stato registrato un allentamento del blocco ai cancelli dello stabilimento, ma tutti gli occhi sono puntati all’appuntamento di lunedì prossimo, 3 aprile, quando al Mimit arriveranno dalla Svizzera i vertici della Glencore per un vertice sulla vertenza, che ancora non si blocca. Proprio ieri la sottosegretaria del ministro Urso, Fausta Bergamotto ha incontrato nuovamente al Ministero delle Imprese e del Made in Italy i rappresentanti della società sarda per discutere delle tematiche sulla crisi dell’impresa, che ha fermato gran parte degli impianti a causa dei costi energetici e in attesa di uno studio di fattibilità per la riconversione di una parte dello stabilimento dell’area industriale di Portovesme. “Con l’amministratore delegato Davide Garofalo – ha reso noto una fonte del ministero – in clima di collaborazione, sono stati approfonditi i temi già affrontati al tavolo di venerdì scorso, quando la sottosegretaria aveva chiesto all’impresa di riattivare i forni e riprendere le attività”. Tuttavia l’azienda, con una nota, ha ribadito che “le attuali condizioni generali del mercato e la volatilità del prezzo dell’energia non facilitano un completo riavvio degli impianti produttivi”. Il governo da parte sua, nell’ultimo consiglio dei ministri, ha messo in campo il credito di imposta al 45% sino al 30 giugno per le impreseche però concede un breve respiro alle aziende, hanno fatto notare i sindacati che vorrebbero ci fossero altri interventi strutturali. Alla Portovesme srl, i lavoratori, chiedono di riprendere la produzione per effetto del diverso scenario dei costi energetici, più favorevole rispetto al 2022. Mentre sindacati e lavoratori aspettano una risposta, proseguono i blocchi dei cancelli allo stabilimento di Sulcis con contemporanea assemblea permanente alla fonderia di San Gavino nel Medio Campidano.