L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro torna in patria dopo aver passato mesi negli Stati Uniti. Il leader di destra fa ritorno in Brasile dopo gli accadimenti dell’8 gennaio, giornata nella quale i bolsonaristi presero d’assalto i tre palazzi del potere a Brasilia (la Corte Suprema, il Congresso e il palazzo presidenziale) recitando un copione quasi identico rispetto a quello del 6 gennaio 2021 a Washington. Si erano accampati dentro e intorno alla città per settimane chiedendo un colpo di stato militare e più di 1.200 persone sono state accusate per la rivolta.
Jair Bolsonaro torna in Brasile
Le rivolte sono arrivate dopo settimane di proteste che rivendicavano la frode nella sua sconfitta al presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Parlando in un aeroporto della Florida prima di imbarcarsi su un volo, ha detto che non avrebbe guidato l’opposizione a Lula. Ma in un’intervista alla CNN, Bolsonaro ha anche affermato che avrebbe aiutato il suo Partito Liberale come “persona con esperienza”.
Bolsonaro dovrebbe atterrare nella capitale brasiliana, Brasilia, giovedì presto ora locale.
L’ex presidente deve affrontare numerose sfide legali al suo ritorno, inclusa un’indagine per stabilire se abbia incitato i rivoltosi a prendere d’assalto importanti edifici governativi una settimana dopo l’insediamento di Lula.
È anche al centro di uno scandalo per le accuse di aver tentato di importare illegalmente e conservare gioielli per un valore di milioni di dollari donati a lui e a sua moglie dall’Arabia Saudita nel 2019. Mercoledì, la polizia federale ha convocato Bolsonaro a testimoniare nel caso saudita del 5 aprile.
Inoltre, deve affrontare 16 casi davanti al Tribunale elettorale superiore del Brasile (TSE), che potrebbero impedirgli di candidarsi per otto anni, rimuovendolo dalla corsa presidenziale del 2026.
Bolsonaro ha lasciato il Paese, il Brasile, poco prima che il suo successore, Lula, prestasse giuramento. Si è recato in Florida e ha chiesto un visto turistico di 6 mesi. Bolsonaro ha perso per pochissimi punti il testa a testa con il suo rivale di sinistra e questo ha portato ad affermazioni di brogli elettorali da parte dei suoi sostenitori, che alla fine si sono trasformate in scena di violenza nella capitale.
Lui ha negato di aver causato i disordini e in un Tweet prendeva le distanze da quanto successo, esprimendo rammarico. Tuttavia, la Corte Suprema brasiliana ha accettato di includerlo nella sua indagine sull’assalto agli edifici governativi dell’8 gennaio.