Codice Appalti Anac Lega. “Se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo”. Continua il botta e risposta tra l’Autorità Nazionale Anti Corruzione e la Lega sul nuovo Codice degli Appalti, approvato martedì sera in Consiglio dei ministri. A scatenare la bufera le dichiarazioni del presidente dell’Anac Giuseppe Busia, che in un’intervista al Corriere della Sera aveva espresso parere negativo sul testo spiegando: “limitando l’obbligo di gara pubblica solo sopra i 5,3 milioni di euro il rischio è che si possano affidare appalti a mio cugino o anche chi mi ha votato”, aveva detto, alludendo in modo neanche troppo velato al fenomeno della corruzione. Ma il carroccio, tra i promotori della riforma, non ci sta.
Lega: “Parole gravi, inqualificabili e disinformate”
Parla di parole “gravi, inqualificabili e disinformate sul codice Salvini” Stefano Locatelli, responsabile Enti Locali del partito che poi va anche oltre paventando le dimissioni: “Busia ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile”. Anche se il presidente era già intervenuto per chiarire la vicenda e spiegare che il suo non era un attacco ai sindaci ma al codice: “gli amministratori soprattutto nei piccoli comuni, oggi sono degli eroi”, i deputati del Carroccio in commissione Ambiente rincarano la dose: “prima di sparare a zero sui sindaci e sul Codice Salvini Busia dovrebbe ragionare su quale sia il futuro che vuole per l’Italia”.
Boccia (Pd): “Da Busia nessuna colpa, se non denunciare criticità”
Contro il presidente dell’Autorità anche Enrico Costa, deputato di Azione, che su Twitter ha scritto: “insinua addirittura che favorisce il voto di scambio nei comuni. È vero esattamente il contrario. Meno burocrazia, meno intrallazzi. Da rivedere piuttosto il ruolo di Anac”. Sostegno a Busia arriva invece dal presidente dei senatori Pd, Francesco Boccia: “la sua colpa?” dice “è solo quella di denunciare con forza le criticità del nuovo Codice degli appalti”.