Anna Fendi stilista, la secondogenita di cinque sorelle, una delle imprenditrici più famose a livello internazionale che insieme alla sua famiglia ha reso il marchio Fendi noto in tutto il mondo. Novant’anni all’anagrafe, l’imprenditrice ne dimostra la metà con la sua eleganza, classe e quello stile che da sempre la contraddistinguono.
Ancora oggi continua a portare avanti quel lavoro iniziato tanti anni fa, la moda è la sua più grande passione di cui non può fare a meno. Il segreto del successo? Trovare la bellezza in ogni cosa, “Perché – ha affermato – la bellezza deve ispirare sempre”.
Anna Fendi è una donna apparentemente timida, che, però, è riuscita a creare un impero con le sue mani e quelle delle sorelle con cui ha lavorato giorno dopo giorno, senza mai arrendersi, arrivando alla vetta. L’imprenditrice dall’animo gentile non si tira mai indietro ed è sempre pronta ad accogliere nuove iniziative. Oggi, infatti, ha partecipato all’evento tenutosi a Civita Castellana patrocinato dal Comune in collaborazione con il liceo artistico Ulderico Midossi che rientra nell’ambito del progetto delle Inner Wheel contro la dispersione scolastica, voluto dalla Presidente Nazionale Angela Imbesi Atzara.
Ed è proprio in questa occasione che noi di Tag24.it abbiamo avuto la possibilità di conoscere da vicino la stilista che ha raccontato la storia del marchio, tra un aneddoto e l’altro, ripercorrendo le tappe più salienti che hanno cambiato per sempre la vita delle cinque sorelle Fendi.
Anna Fendi stilista, il segreto del successo internazionale
“Abbiamo vissuto momenti molto difficili, abbiamo avuto dei momenti tragici come il terrorismo, i rapimenti e problematiche varie che nel corso degli anni hanno accompagnato ognuno di noi. Ma vi esorto a non perdere mai l’entusiasmo, perché è quello che vi dà la speranza che a sua volta deve concretizzarvi con il vostro futuro attraverso un’attività e un lavoro che vi soddisfi – così, Anna Fendi si è rivolta alla platea di ragazzi che oggi hanno avuto la possibilità di conoscerla e ascoltarla – tutto ciò che si affronta con impegno si realizza, per noi è stata la nostra attività familiare. Fendi è family, l’ho visto e continuo a vederlo nel futuro dei giovani”.
Anna, Paola, Carla, Franca, Alda erano cinque sorelle cresciute a pane e moda. La loro famiglia aveva un atelier in via Borgognona a Roma, “la città che è stata sempre generosa con noi”, ha spiegato la stilista. Ognuno aveva un ruolo ben preciso: Paola era l’ esperta nella pellicceria, nelle lavorazioni, nelle tinte, le conce; Franca era la responsabile acquisti e direttrice del punto vendita di via Borgognona; Carla era la responsabile dell’ufficio commerciale e dell’ufficio stampa; Alda era la responsabile dell’atelier e del laboratorio di pellicce; Anna era responsabile dell’ufficio progettazione e licenze. Una catena di montaggio che senza il lavoro di ognuno di loro non avrebbe ottenuto lo stesso risultato.
Nonostante il successo ottenuto nel corso degli anni, la famiglia Fendi aveva fame di farsi conoscere in tutto il mondo ma all’epoca non era così semplice mettersi in contatto con l’estero, quindi cosa fare? “Volevamo fare un salto di qualità affrontando l’internazionalità nel mercato con il nostro mondo. Avevamo la fortuna di avere scelto un direttore creativo che all’epoca era uno dei nomi più importanti con cui avevamo creato un laboratorio di idee. Ma volevamo che questo laboratorio di idee potesse raggiungere il mondo, perché ci credevamo e volevamo riuscirci”.
In Italia, Fendi aveva popolarità ma non abbastanza. La stampa dedicava alla casa di moda romana un trafiletto e niente più. “Avevamo capito che forse dovevamo affrontare il mercato americano, attraverso New York, perché la grande mela rappresenta tutto, è una città all’avanguardia. E quindi attraverso quel mercato saremmo riusciti a conquistare il mondo – ha raccontato la secondogenita della famiglia Fendi – è stato molto più semplice di ciò che potevamo immaginare, e questo serva da esempio, perché il bello premia sempre. Noi oltre ad avere questo stilista all’avanguardia, avevamo la fortuna di essere cresciute insieme, mettendo a disposizione delle lavorazioni all’avanguardia, delle tecniche di lavorazioni ancora oggi quasi inedite. Ce le siamo inventate noi”.
Così, insieme ad una delle sorelle, Anna volò a New York con sei valigie e i capi più belli delle due collezioni, prêt-à-porter e dell’alta moda. Le due vennero accolte da un PR italiano che viveva nella grande mela che anticipò loro i nomi dei visitatori che il giorno seguente sarebbero venuti a fare visita alle due stiliste per vedere i capi indossati dalle modelle arrivati direttamente dall’Italia. “Eravamo molto emozionate e sapevamo che stavamo affrontando il nostro futuro. Così prese dall’euforia, andammo a visitare gli store che avrebbero giudicato i nostri capi“. Ha spiegato. Uno dei migliori per entrambe fu quello alla 5th Avenue di New York, lì dove poco tempo dopo fu inaugurata la prima boutique Fendi.
Uno degli acquirenti arrivò all’hotel dove alloggiavano le sorelle e rimase esterrefatta dagli abiti, vi era però un problema: tutto sarebbe dovuto essere pronto entro quindici giorni per essere esposto in vetrina. “Io e mia sorella ci guardammo e insieme rispondemmo: ‘Non c’è problema, noi siamo disposte a fare in due settimane tutto ciò che lei desidera ma vorremmo che tra quindici giorni le vostre vetrine abbiano tutti i nostri abiti da voi scelti. E così avvenne. – poi la svolta – Da quel momento tutti i giornali parlarono di questo avvenimento e così il mondo si interessò a Fendi e noi non abbiamo mai tradito il pubblico, siamo sempre cresciute e abbiamo cercato sempre di stupire tutti e di essere all’altezza di questa scelta che quel giorno abbiamo fatto”.
Il racconto esclusivo dell’imprenditrice
Tra poco Fendi festeggerà 100 anni, era il 1925, quando papà Edoardo e mamma Adele hanno dato vita ad un sogno che poi le cinque sorelle hanno portato avanti. La natura per Anna è stata la sua più grande ispirazione, in ogni sua forma, la stilista ha raccontato di essere molto curiosa tanto da definirsi una “carta assorbente”.
La stilista e imprenditrice con determinazione e intraprendenza è riuscita non solo a portare avanti un lavoro unico che le ha fatto ottenere un grande successo professionale, ma è riuscita ad essere anche moglie e madre, facendo combaciare la vita lavorativa a quella privata in un’epoca in cui la donna era emancipata. “Per me è stata la soddisfazione più grande della mia vita”. Ha affermato la diretta interessata, contenta di aver trasmesso gli stessi valori ai suoi figli e nipoti.