Pensione anticipata, ecco quando conviene il computo dei contributi nella Gestione separata Inps per uscire dal lavoro prima. Chi si trova sopra i 60 anni ed ha già superato i 20 anni di contributi, può valutare l’ipotesi di computare i contributi nella Gestione separata per agganciare una delle modalità di uscita anticipata previste dalle norme previdenziali. Molto dipende anche dal sistema pensionistico al quale si appartiene. Ad esempio, il sistema misto consente il passaggio dei contributi accettando il ricalcolo con il metodo contributivo. Il lavoratore può fare il computo gratuitamente.
Pensione anticipata computo contributi Gestione separata Inps: quanto e quando conviene?
Interessati alla pensione anticipata con il computo dei contributi nella Gestione separata Inps sono soprattutto i lavoratori che nel 2023 abbiano un’età di 63 o 64 anni. Chi ha almeno 30 anni di contributi e rientri nelle condizioni previste dalla normativa, può sceglie l’uscita con l’anticipo pensionistico. L’Ape sociale consente il pensionamento a partire dai 63 anni di età con un assegno mensile massimo di 1.500 euro mensili lordi. Il tetto di pensione permane fino a quando il lavoratore raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia. A 67 anni, infatti, l’Inps ricalcola la pensione sommando i contributi versati durante la vita lavorativa. Ma computando i contributi nella Gestione separata Inps si ha la possibilità di uscire anticipatamente anche con altre formule di previdenza.
Pensioni, differenza tra anticipata contributiva e Ape sociale
Ad esempio, chi ha versato almeno un mese di contributi nella Gestione separata Inps può attivare il computo dei contributi per andare in pensione anticipata contributiva già dall’età di 64 anni e con almeno 20 anni di contributi versati. Questo passaggio è permesso proprio con il ricalcolo dei versamenti al sistema contributivo. In genere, chi può fare questa scelta proviene dal sistema previdenziale misto, ovvero ha versato almeno 15 anni di contributi entro il 1995 e altri 5 dal 1° gennaio 1996. Sulla bilancia si dovrà mettere da una parte la possibilità di anticipare l’uscita per la pensione rispetto alla vecchiaia e, dall’altra, la rinuncia al più conveniente sistema misto ai fini dell’assegno di pensione.
Pensioni, computo contributi Gestione separata Inps per anticipare uscita: quali requisiti?
Grazie al sistema contributivo, il lavoratore ha la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni di età e con almeno 20 anni di contributi. Si abbassano pertanto i requisiti di età della pensione di vecchiaia di tre anni, ma a condizione che il contribuente abbia una pensione futura pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Conti alla mano, la pensione futura dovrà essere di almeno 1.409 euro mensili al lordo. Ovviamente, il lavoratore in possesso di più anni di contributi rispetto al minimo dei 20 anni, ha buone possibilità che soddisfi questo requisito. A queste condizioni, il lavoratore può fare il computo dei contributi nella Gestione separata Inps senza sostenere alcun costo.
Pensione anticipata computo contributi, cosa valutare se si proviene dal sistema misto
La convenienza, se ricorrono i requisiti richiesti, rispetto all’Anticipo pensionistico (Ape sociale) sta nel fatto che il valore della pensione di quest’ultima misura non può superare i 1.500 euro mensili lordi. Dal computo nella Gestione separata Inps, invece, potrebbe risultare una pensione futura più elevata e, in ogni modo, l’Istituto previdenziale non fissa alcun tetto di importo. Ciò che invece il lavoratore deve valutare è quanto si perde dal passaggio dal sistema misto al meccanismo contributivo ai fini dell’assegno mensile che durerà per tutta la vita da pensionato.