In vista della sua prima visita ufficiale a Pechino, in programma a inizio aprile, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha affrontato il tema del difficile rapporto tra Europa e Cina durante la plenaria di giovedì mattina.

Le tensioni tra il Vecchio Continente e Pechino si sono pesantemente aggravate su una serie di questioni, in cui spesso l’Europa è spettatore pagante rispetto al terzo attore, gli Stati Uniti (qui rientra il dossier su Taiwan). In linea di massima le visioni diverse sotto molti di punti di vista, dalla libertà di stampa alla concezione economica, si riflettono su quelle che saranno le sfide del domani. È infatti qui che si giocano le partite principali, a cominciare dal ruolo che la Cina avrà rispetto alla guerra in Ucraina. Dopo la visita di Xi a Mosca della scorsa settimana e il relativo piano di pace abbastanza accomodante verso il Cremlino, i passi in avanti sembrano di colpo arrestarsi.

Tuttavia, la verità è che dal punto di vista geopolitico l’Ue non può scontrarsi con la Cina. Basta prendere uno degli ambiti che segneranno una fetta cospicua del volume economico futuro, quella della transizione “green”. Si sa che Bruxelles sta arrancando pesantemente nel trovare un equilibrio rispetto alle necessità dei singoli Paesi membri, problema che né Washington né Pechino possiedono. Con il rischio che l’Ue non sia più la culla di alcuni settori (quello automobilistico in primis) ma finisca per essere relegata allo scomodo ruolo di succursale.

Von der Leyen in Cina, cosa aspettarsi dal suo viaggio in Oriente

Von der Leyen andrà dunque in Cina curando esclusivamente gli interessi dell’Unione. Sulla sua figura gravano infatti le pressioni degli Stati Uniti, che chiedono la costituzione di un’alleanza implicita per mantenere il dominio geopolitico occidentale.

La funzionaria tedesca dovrà essere molto convincente, visto che già alcuni Paesi membri (Lituania, Germania e Olanda) hanno adottato oppure hanno intenzione di far entrare in vigore una serie di limitazioni commerciali contro la Cina. L’altra faccia della medaglia è invece rappresentata dal rischio delle aziende europee di perdere competitività sul mercato cinese. Tornando al capitolo auto elettriche, la Cina sta invadendo il mercato europeo con strategie commerciali aggressive: al contempo i marchi europei e americani faticano a mantenere livelli di vendita elevati nel Dragone.

In breve, la leader della Commissione ha proposto un atteggiamento protezionistico, volto a scoraggiare futuri investimenti europei in Cina (pari a oltre 200 miliardi di euro). In termini tecnici si parla di “de-resking”, vale a dire una riduzione dell’impegno continentale nel colosso asiatico, una via di mezzo rispetto al taglio netto dei ponti. Tale cambio di strategia è la risposta europea alla chiusura delle “frontiere” annunciata da Xi Jinping in un suo recente discorso, dove le parole “sovranità” e “controllo” risultavano più volte citate.

Von der Leyen sarà accompagnata nella sua missione cinese dal Presidente francese Emmanuel Macron. Ma la roadmap di personalità che andranno a Pechino è vasta e comprende anche importanti figure imprenditoriali (tra cui Tim Cook, ceo di Apple). Il capo della politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha dichiarato che si recherà presto in Cina, mentre il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è stato a Pechino lo scorso dicembre.