Silvio Berlusconi è ancora ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano per una serie di controlli. L’ex Presidente del Consiglio è arrivato presso la struttura di via Olgettina nella giornata di lunedì e al momento, da quello che risulta, si trova ancora lì. Sono necessari diversi giorni prima della dismissione: il Cavaliere si sta sottoponendo ad un check del suo stato di salute. Ma, nel frattempo, prosegue nel suo operato politico. Uno degli appuntamenti più imminenti è quello delle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia dove il centrodestra, quindi anche Forza Italia, sta facendo fronte comune per portare alla rielezione il presidente incumbent Massimiliano Fedriga. Berlusconi, con una lettera mandata a Il Piccolo di Trieste, irrompe nella campagna elettorale posizionandosi su un tema molto percepito nella regione in questione: il destino del porto di Trieste.

Berlusconi avvisa: non lasciamo il porto di Trieste alla Cina

Le parole di Silvio Berlusconi vanno nella difesa del porto di Trieste anzitutto dalle mire della Cina:

Non possiamo lasciare – si legge nella lettere – la più strategica delle infrastrutture, il porto di Trieste, nelle mani non amichevoli del progetto cinese della Via della Seta. Naturalmente, la Cina è un interlocutore essenziale per un territorio che vive di commerci, ma il rapporto con la Cina non può essere di subordinazione strutturale. Trieste e il suo territorio sono per la mia generazione il simbolo dell’amore per l’Italia.

Il leader di Forza Italia prosegue esaltando la città di Trieste e decantandone gli elementi simbolici frutto della sua storia:

Trieste e il suo territorio sono per la mia generazione il simbolo dell’amore per l’Italia. La tenace volontà dei triestini di riunirsi alla madrepatria negli anni del dopoguerra, ai tempi dell’amministrazione britannica Zona A, ma anche il martirio delle popolazioni giuliano-dalmate costrette all’esilio, le vittime delle foibe colpevoli solo di essere italiane, la lacerazione di Gorizia simboleggiata da piazza della Transalpina divisa in due dal filo spinato, sono vicende di cui ho un ricordo vivido dagli anni della mia adolescenza, gli anni in cui mi appassionai alle vicende della politica sostenendo la Democrazia Cristiana di De Gasperi. Settant’anni dopo, molte cose sono cambiate, grazie all’Europa e al crollo del comunismo.

E ancora:

Il vostro territorio ha superato l’isolamento e può riprendere la sua funzione naturale di sbocco al mare dell’Europa centrale e di punto di riferimento del mondo balcanico nei rapporti con l’Europa e l’Occidente.

L’impegno del governo

Tornando alla situazione del porto di Trieste, ribadendo quindi la necessità che esso non finisca incastonato all’interno del progetto della nuova via della Seta cinese, Berlusconi ha ribadito gli sforzi del governo e del suo partito. Questo quanto si legge nella lettera del Cav:

Stiamo lavorando in questa direzione: il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, che è Coordinatore Nazionale di Forza Italia e mio stretto collaboratore, ha posto i Balcani al centro delle priorità della politica estera italiana e ha promosso a Trieste una serie di iniziative volte a raccordare le economie dei paesi balcanici con l’Italia e con l’Unione Europea.


In conclusione, poi, una serie di considerazioni sul futuro infrastrutturale della regione chiamata al voto:

È un’opportunità di crescita per tutti, che deve essere valorizzata e che avrà importanti ricadute proprio sul vostro territorio. Del resto, la cultura e l’identità di Trieste – come dimostra il suo passato letterario e artistico – sono orgogliosamente italiani ma aperti a importanti e proficue collaborazioni con la Mitteleuropa e i Balcani. Certo, l’Italia deve fare molto di più: nei vostri confronti abbiamo un debito morale di riconoscenza, ma siamo anche di fronte a un’opportunità straordinaria di sviluppo. Questo significa, tuttavia, ad esempio, la necessità di adeguare le infrastrutture: il Friuli-Venezia Giulia non può essere escluso dall’alta velocità ferroviaria e l’adeguamento della rete autostradale deve essere realizzato nel modo più sollecito.