Chi ha diritto alla pensione di vecchiaia a 64, 67 o 71 anni? Quanti anni di contributi ci vogliono per andare in pensione a 67 anni? Chi ha diritto alla pensione di vecchiaia a 64 anni? A qualcuno potrebbe sembrare un percorso irraggiungibile, per altri ancor più facile, rispetto alla pensione anticipata, per questo cercheremo di capire quali sono i requisiti e le condizioni che permettono di collocarsi in quiescenza a 64, 67 e 71 anni di età.
E, a guardare bene, si tratta delle disposizioni poste in essere dalla legge Fornero, ormai non più temibile come un tempo. Mi sarebbe piaciuto parlare di una nuova era di pensionamento, di requisiti maggiormente flessibili, ma soprattutto, di un’opportunità da cogliere dopo anni di fatica e sudore.
Invece, non tornerà la tranquillità, almeno sul fronte pensionistico. Il clima non è sereno, anzi gli accordi saltano facendo sfumare i desideri dei lavoratori. E, l’Italia sembra sempre di più camminare a fatica sui terreni spigolosi.
Attenzione, la pensione di vecchiaia resterà in vigore senza adeguamento all’aspettativa di vita, fino al 2026. Una prospettiva previdenziale da tenere stretta, visto i tempi. Anche, perché permette di andare in pensione con 20 anni di contributi, se raggiunti 64, 67 e 71 anni di età.
Precisando, però, che sussistono molte differenze tra i lavoratori anche a parità di contributi accreditati o versati.
Pensioni di vecchiaia 2023: chi esce a 64, 67 e 71 anni di età
Ipotizzando che raggiunta una soglia anagrafica dovrebbe spettare il diritto alla pensione formuleremo più considerazioni. Occorre, considerare, che l’assenza o l’incompletezza dell’anzianità contributiva potrebbe inficiare il diritto al rilascio del trattamento economico previdenziale o ritardarne l’uscita.
Ad oggi, la pensione di vecchiaia è la formula ordinaria di pensionamento. Utilizzando questo trattamento previdenziale, i lavoratori ottengono la pensione a 67 anni di età con 20 anni di contributi.
Intanto, il limite contributivo è standard, per cui coloro che perfezionano un’anzianità contributiva più alta, ottengono un assegno INPS rapportato alla contribuzione versata.
Tuttavia, acquisisce una valenza particolare la data del 1° gennaio 1996, per cui coloro che hanno maturato un’anzianità contributiva a partire da questa data devono considerare anche la presenza di altre condizioni.
Pensione anticipata contributiva a 64 anni, ma non per tutti
La pensione di vecchiaia si può richiedere a 67 anni, ma anche a 64 anni. Tuttavia, da qui a parlare di un vantaggio previdenziale, ce ne vuole.
Per entrambi i requisiti anagrafici, esiste un tetto contributivo fissato in 20 anni. Dunque, ottengono la pensione anticipata contributiva coloro che maturano 64 anni di età con 20 anni di contributi. Se il tetto dell’assegno supera 2,8 volte il trattamento minimo, ovvero all’incirca 1.440 euro mensili.
Nel calcolo della pensione contributiva, se non viene raggiunto il limite di 2,8 volte l’assegno sociale, non viene riconosciuto il trattamento economico previdenziale, anche perfezionando i requisiti anagrafici e contributivi.
Pensione di vecchiaia se salta a 67 anni a 71 anni si smetterà di lavorare
Se non altro chi non riesce ad andare in pensione a 67 anni, può riuscirci a 71 anni, purtroppo, almeno per ora non è uno scherzo. Coloro che dispongono di un’anzianità contributiva dopo il 1995 non potranno richiedere la pensione a 64 anni, se manca la correlazione con il valore dell’assegno INPS.
È l’applicazione di questo medesimo principio che impedisce il pensionamento a 67 anni di età, per coloro che non maturano un assegno pensione pari a 1,5 volte il trattamento minimo, ovvero un importo pari a circa 772,50 euro.
Ecco, perché, c’è chi ottiene la pensione a 71 anni di età, ovvero nel momento in cui salta il limite applicato sull’importo dell’assegno. In quest’ultima, ipotesi occorrono appena 5 anni di contributi.