Accadde oggi 30 marzo 1981: l’attentato a Ronald Reagan. Sono passati 42 anni dal giorno in cui l’allora presidente degli Stati Uniti fu ferito a colpi di pistola da John Hinckley: uno squilibrato innamorato di Jodie Foster che con quel gesto voleva attirare l’attenzione dell’attrice. Ronald Reagan il 30 marzo 1981 si recò al Washington Hilton Hotel dove era in programma un discorso sindacale (nella foto: Ronald Reagan).
Accadde oggi 30 marzo 1981: l’attentato a Ronald Reagan
Alle 14:27 il Capo della Casa Bianca uscì dall’albergo scortato dai suoi agenti. Attorno all’hotel, però, si era formato un gruppo di giornalisti e curiosi intenti a vedere il presidente nella speranza di poterlo salutare, di stringergli la mano. E proprio mentre Ronald Reagan stava salutando alcuni cittadini, il giovane texano John Hinckley Jr. in meno di 5 secondi sparò contro il presidente e la sua scorta 7 colpi calibro 22.
L’intervento immediato della scorta di Reagan
Ronald Reagan al momento degli spari fu prontamente protetto dalla scorta e spinto a forza nella sua limousine dall’agente Jerry Parr. Ma uno dei proiettili rimbalzò sull’armatura blindata, colpì il braccio sinistro di Reagan, perforando poi un polmone del presidente. Il proiettile si fermò a soli 25 millimetri dal cuore. I colpi sparati, inoltre, raggiunsesro il portavoce della Casa Bianca James Brady procurandogli la paralisi di metà corpo; visse sulla sedia a rotelle fino alla sua morte avvenuta nel 2014.
Gli altri feriti e l’operazione d’urgenza per Reagan
Rimasero feriti in modo meno grave: l’ufficiale di Polizia Thomas Delahanty e un agente, Timothy McCarthy. Il resto della scorta, invece, provvide a bloccare l’attentatore, sottraendolo anche a un possibile linciaggio da parte della folla presente. Reagan fu portato al Washington University Hospital, dove venne operato d’urgenza. In sala operatoria, poco prima dell’intervento, Ronald Reagan si tolse la maschera dell’ossigeno per rivolgere ai medici una battuta spiritosa diventata famosa: “Spero siate tutti repubblicani”. Più tardi poi Reagan ironizzò sull’accaduto con sua moglie Nancy dicendole: “Tesoro, quando quello sparava ho dimenticato di accovacciarmi”.
L’incredibile storia dell’attentatore
John Hinckley era un giovane texano. Nel 1976 vide per la prima volta l’attrice Jodie Foster nel film di Martin Scorsese “Taxi Driver”, rimanendone subito affascinato; al punto che iniziò a nutrire nei suoi confronti un amore narcisistico ed erotomane. Un amore ossessivo che lo spinse a veri e propri episodi di stalking nei confronti dell’attrice. Successivamente, Hinckley iniziò a informarsi su Lee Harvey Oswald, il presunto assassino di John Fitzgerald Kennedy e a seguire attentamente la campagna per le elezioni presidenziali tra il presidente uscente Jimmy Carter, democratico, e lo sfidante repubblicano Ronald Reagan. L’obiettivo di Hinckley, infatti, era quello di emulare Lee Harvey Oswald per fare colpo sulla Foster.
Il processo e le polemiche scatenate dalla sentenza
Il processo a John Hinckley si concluse il 21 giugno 1982 e l’attentatore di Reagan fu riconosciuto non colpevole per incapacità d’intendere e di volere. Venne pertanto rinchiuso al St. Elizabeths Hospital: un manicomio criminale di Washington D.C. Successivamente, Hinckley disse che la sparatoria da lui innescata era stata la più grande offerta di amore nella storia del mondo, e rimase deluso dal fatto che Jodie Foster non ricambiasse i suoi sentimenti. Il 10 settembre 2016, John Hinckley è stato rilasciato dall’ospedale psichiatrico Saint Elizabeth di Washington avendo, secondo il giudice federale, completato il suo percorso di riabilitazione. John Hinckley ora vive ora con la madre; non può parlare con i giornalisti e non può allontanarsi più di 50 km dalla sua residenza.
La storia su Radio Cusano Campus e Cusano Italia TV. “La Storia Oscura”, dal lunedì al venerdì on air sulla radio dell’Università Niccolò Cusano dalle 13 alle 15. “A Spasso nel Tempo”, in onda sul canale 264 del digitale terrestre alle 20.30 del martedi.