Uno dei mali che ha attanagliato il mezzogiorno è la burocrazia. La vera opera di questo governo non sarà il ponte sullo Stretto ma sarà la sburocratizzazione di un sistema di potere che con la sua lentezza crea selve di norme dove si annida il malaffare”, così Domenico Furgiuele, deputato della Lega e segretario in commissione Trasporti, intervenuto al Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena.

Furgiuele: “Ponte sullo Stretto opera vitale”

Il ministro delle Infrastrutture Salvini ha detto il ponte sullo Stretto darà lavoro a molte persone e questo è il migliore antidoto contro le mafie.

“Credo che gli anticorpi siano stati costruiti negli ultimi 20 anni – continua Furgiuele – non si può privare il territorio perché si ha paura che qualcuno si faccia corrompere, per quello ci sono le leggi. Questa è un’opera vitale, che non può non essere realizzata perché si ha paura di agenti esterni, in Sicilia, in Calabria, gli agenti esterni continueranno ad essere combattuti”.

Cateno De Luca, leader di “Sud chiama Nord” pur sostenendo la realizzazione dell’infrastruttura, mostra perplessità sul percorso messo in atto dal ministro e accusa Salvini di parlare di meridionalismo per calare la supposta dell’autonomia differenziata.

Le regioni meridionali sono in difficoltà – spiega il deputato – nel settore dei trasporti e della sanità, ma se vogliamo è dovuto a un sistema centralista dietro al quale i politici si sono trincerati. Il regionalismo differenziato va approfondito. I cittadini saranno più responsabilizzati e i politici non saranno più trincerati dietro un ‘Ce lo ha detto Roma’”.

Chi si oppone al progetto, i vantaggi sulla mobilità si potrebbero ottenere anche migliorando la rete interna dei trasporti ferroviari in Calabria e in Sicilia.

“Partiamo da una consapevolezza: non è scritto da nessuna parte che un’opera possa escludere l’altra. Non è che qui si congiunge la Calabria alla Sicilia, ma Berlino a Palermo. Il ponte sullo Stretto non è asfalto, è rete ferrata. Io sono segretario della commissione trasporti e questa settimana abbiamo sentito anche la RFI sul contratto generale e si evince che c’è una potenza di fuoco in termini di investimenti soprattutto nel Mezzogiorno. Non ha senso ridurre il trasporto da Roma a Villa San Giovanni di 1 ora con 15 miliardi di investimento se poi arriviamo al collo di bottiglia che c’è tra lo stretto di Messina e Villa San Giovanni. Io posso garantirvi che quando si arriva lì ci sono grandi difficoltà. Il ponte sarà un’opera capace di sommare la riduzione delle tempistiche e quindi i vantaggi che ne derivano a quelle che sono le riduzioni delle tempistiche che sono già previste dal RFI. È inutile arrivare a villa san Giovanni e poi traghettare. Questo non è alta velocità, non è il congiungimento delle aziende siciliane con il resto di Europa. Questa sarà un’opera capace di far compenetrare economicamente e far rendere produttive e competitive delle imprese che pagano altissimi pedaggi”, conclude Furgiuele.