Il governo è concentrato sul PNRR. Le parole del Ministro Raffaele Fitto, pronunciate ieri, sono lapalissiane ed incontrovertibili circa i rischi di non farcela: “Alcuni progetti da qui al 2026 non possono essere realizzati”. È bastato questo a sollevare il polverone da parte delle opposizioni che, ora, chiedono spiegazioni all’esecutivo nel timore di veder dissipate le ingenti risorse.
Fitto, spedizione in Europa per il PNRR
Il governo si muove per evitare il peggio. Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, scrive l’AGI, fa sapere che l’esecutivo sta: “Discutendo con la Commissione europea per fare le cose in modo realistico”. È intervenuto, di nuovo, il Ministro competente Raffaele Fitto:
Con la Commissione europea troveremo le soluzioni adeguate per affrontare le questioni sollevate relativamente alla rata di 19 miliardi del 31 dicembre ancora in sospeso. Valuteremo insieme il PNRR, in modo logico e coordinato, anche la parte relativa alla coesione, perché potremo immaginare rispetto alle diverse tempistiche un coordinamento unico. Da parte del governo non c’è alcun timore.
La spedizione parte all’indomani della riunione della cabina di regia sul PNRR. Il fatto è serio ed è intervenuto anche Paolo Gentiloni in quanto Commissario europeo all’Economia:
Io penso che noi dobbiamo collaborare e stiamo collaborando, non c’e’ nulla di quello scoppiettio della nostra politica nazionale che abbia contagiato in questi mesi il lavoro che stiamo facendo.
Il Vicepremier Matteo Salvini, invece, sposta l’attenzione sulle istituzioni europeo auspicando che:
La Commissione europea non tratti questo governo diversamente da come ha trattato il governo Draghi.
La situazione
È Raffaele Fitto il Ministro player, in questo frangente. Il rappresentante di Fratelli d’Italia, ieri, aveva chiesto ai vertici dei ministeri di individuare i progetti da portare avanti e quelli da scartare. Serve una cernita, ha fatto capire Fitto, con l’obiettivo di stringere e salvare la situazione quando: “Quello che serve non è una radiografia, ma una vera e propria risonanza magnetica di tutti i progetti Pnrr da qui fino alla scadenza del Piano nel 2026”.
Il pressing delle opposizioni
Le opposizioni iniziano a lamentare la situazione ed a chiedere spiegazioni. Marco Furfaro, deputato Pd, ha dichiarato a Zapping:
Siamo al dramma più totale. Non solo alcuni di loro non votarono il Pnrr, ma grazie a ritardi, polemiche e inefficienze rischiamo di perdere miliardi di euro destinati a famiglie e imprese. Fondi per creare nuovi posti di lavoro, per costruire nidi e ospedali, per la transizione digitale, rischiano di essere persi per un governo che pensa a tutto tranne che agli italiani e alle loro priorità. Perdere quei miliardi sarebbe un tradimento alla Patria che tante volte citano a sproposito.
Sul tema è intervenuto pure Matteo Renzi che si è detto preoccupati specialmente per i comuni e, nello specifico, quello di Firenze. Tant’è che ha consigliato al Sindaco Nardella:
Faccio un appello istituzionale e bipartisan a Giorgia Meloni e Dario Nardella: togliete lo stadio dal progetto del Pnrr. Ha ragione l’Europa a non voler spendere così i soldi del contribuente. Avete un mese per spostare i soldi dello stadio su scuole e case popolari. Fatelo, fatelo insieme. Noi vi diremo bravi e vi daremo una mano. I soldi del Pnrr devono andare su case popolari, scuole e Parco delle Cascine. Non sullo stadio. Stiamo rischiando di buttare via 80 milioni di euro. Dico a tutti: fermiamoci!
Il riferimento di Renzi è al progetto del nuovo stadio della Fiorentina.
Angelo Bonelli, a nome dell’alleanza Verdi/Sinistra Italiana, ha commentato:
La questione del PNRR indica che il Paese sta precipitando verso il burrone. La perdita di queste risorse è realistica, poiché sono state proposte opere non finanziabili e non si è pensato a costruire e rafforzare le risorse umane del Paese, in grado di svolgere progettazione anche di alta qualità. Non ci vengano a raccontare che responsabilità sia del Governo Draghi, poiché Forza Italia e Lega avevano ministri nel Governo.