Il tema dell’invio delle armi all’Ucraina torna a scuotere il dibattito pubblico italiano, che vede contrapporsi ai pacifisti – contrari all’uso della forza – chi invece sostiene che non solo la diplomazia, ma anche un aiuto concreto in termini di armamenti sia l’unica via per supportare la resistenza ucraina che cerca di sopravvivere all’invasore russo.
Armi all’Ucraina, Li Gobbi: “L’attività negoziale deve essere portata avanti da una terza parte ma adesso l’Europa è considerata una nemica”
Sul tema è intervenuto Antonio Li Gobbi, generale già direttore operazioni NATO, nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi in onda su Cusano Italia Tv
Qual è il suo punto di vista sull’invio delle armi in Ucraina?
“Io lascerei da parte qualsiasi valore di carattere etico, chi ha ragione e chi torto. Possiamo lasciar perdere l’aspetto del buono o del cattivo. L’Italia ha preso una decisione politica: ha deciso di essere di supporto di uno dei due contendenti, è schierata politicamente ed ha interesse ad essere schierata con quella parte. La diplomazia se non supportata dalla forza non sarà mai una cosa seria.
C’è una questione: quell’attività negoziale se si considera in una fase come questa, quella di un negoziato, deve essere portata avanti da una terza parte, ma adesso l’Europa è considerata una nemica”
Noi come occidente abbiamo missili ipersonici?
“Noi europei no. Un conto è usare missile ipersonico e colpire l’Ucraina, altro è colpire una capitale europea. Un conto è colpire chi non ce l’ha, altro chi lo ha. La Cina non ci è amica né simpatica: ma lei è l’unica in questo momento per avere le leve di intuire sia sulla Russia sia sugli Stati Uniti”.