La nomina dei nuovi capigruppo del Pd – Francesco Boccia al Senato e Chiara Braga alla Camera – archivia il primo compito sull’agenda della nuova segretaria Elly Schlein. Affinché la sua era possa partire, anche a livello strutturale, rimane solamente da definire lo schema della segreteria. Secondo le indiscrezioni che circolano ormai da tempo, confermate in queste ore, Elly Schlein sembra intenzionata ad inserire nello schema anche figure che rispondono alla mozione del suo sfidante alle primarie Stefano Bonaccini. Questo per amore della linea della “gestione unitaria”. Un modus operandi che le parti maggioritarie del partito hanno deciso di imbastire – dopo che se lo erano promesso già in campagna elettorale – all’indomani dell’esito delle primarie.
A confermare che si andrà in questa direzione c’è proprio quanto avvenuto ieri: Elly Schlein, nel nominare i due nuovi capigruppo, ha optato per due figure a lei vicina senza equilibrare in un rapporto 1:1. I bonacciniani, seppure alcuni con il mal di pancia, hanno accettato fino al punto da non presentare nomi alternativi. Boccia e Braga, infatti, sono stati eletti per acclamazione. Chiaro che a questo punto, sul piano della segreteria, la parte di Bonaccini si aspetti qualche casella. La linea unitaria, quindi, nonostante le scelte dei capigruppo, pare reggere. Quali sono i temi per la nomina della nuova segreteria del Pd? Il processo dovrebbe accelerare la settimana prossima.
Segreteria Pd: i possibili nomi
E quali sono, allora, i profili vicini a Bonaccini che potrebbero entrare nella segreteria di Elly Schlein? Un nome forte rimane quello di Pina Picierno, eurodeputata Pd e vice di Bonaccini durante la competizione congressuale. In lizza c’è anche il nome di Davide Baruffi, sottosegretario alla presidenza dell’Emilia-Romagna e braccio destro dello stesso Bonaccini. Così come il senatore Alessandro Alfieri, già coordinatore della campagna congressuale del governatore. Chiaro che il numero di caselle che potrà riempire Bonaccini dipenderà anche, e molto, da quante e quali deleghe Schlein vorrà mettere a disposizione.
Per quanto riguarda la maggioranza è molto probabile la presenza di Marco Furfaro che, tra l’altro, è in pole per la carica di vicesegretario unico con possibile delega alla informazione. C’è Marco Sarracino, coordinatore della mozione Schlein durante la campagna congressuale. Poi Alessandro Zan per i diritti, Marta Bonafoni a cui potrebbe andare una delega sulla parità, Stefania Bonaldi per gli enti locali, Sandro Ruotolo con una delega alla legalità e al Sud. E ancora: Michela De Biase, Antonio Misiani e Andrea Pacella. Circolano poi – riportano fonti AGI – ipotesi di nomi rispondenti ad Articolo Uno. Su tutti è il profilo di Alfredo D’Attorre quello da tenere d’occhio. Ma c’è chi lavora a fare entrare anche una donna proveniente dalla componente che fa capo a Bersani e Speranza.
Alleanze e scenari
Ok a contrattare sulla segreteria, dunque. Elly Schlein ha aperto pur di non cedere sui capigruppo. Il motivo è molto chiaro: la segretaria è convinta di doversi giocare proprio lì, in Parlamento, l’opposizione al governo di Giorgia Meloni. Non sono casuali, in questo senso, le dichiarazioni del neocapogruppo Boccia che ha, già poche ore dopo la nomina, tratteggiato un orizzonte. Un orizzonte nel quale potrebbe esserci il Movimento 5 Stelle con il quale, assicura Boccia, le condizioni ci sarebbero pure. Specie con Giuseppe Conte – di cui Boccia era Ministro per gli Affari Regionali – sul quale ha detto:
È una persona seria e intelligente. Penso non ipotizzi alcuna concorrenza ma voglia aggregare quante più forze possibili. Mi sembra evidente che la posizione del Pd e quella del M5s abbiano punti di convergenza.
Ben diverso il modo di porsi verso il Terzo Polo con il quale, invece, Boccia non sembra rinvenire punti di contatto:
Le alleanze si fanno prima sulle visioni comuni e poi sui programmi. Non poniamo condizioni a escludere. Certo, a giudicare dalle posizioni critiche espresse da Calenda e Renzi mi sembra complesso.