Guardia giurata di 46 anni si toglie la vita all’interno di un padiglione della Fiera del Levante di Bari, dove prestava servizio con la sua pistola in dotazione.

Sul posto, al momento della tragedia, ieri Martedì 28 Marzo 2023, sono intervenuti gli agenti di Polizia e il personale del 118 che ha tentato inutilmente di rianimare l’uomo per oltre mezz’ora. La guardia giurata lavorava per un’agenzia di sicurezza privata che si occupava della sorveglianza all’interno della Fiera.

Dopo lo sparo sono subito accorsi gli altri vigilantes, colleghi della vittima, che si occupano di presidiare la zona anche di notte. Sono stati proprio loro a trovare il corpo del collega, intorno alle 20.00 di ieri sera.

L’uomo era riverso per terra, al primo piano del Centro Congressi. Era ferito gravemente da una pallottola all’addome, che inizialmente si pensava fosse partita accidentalmente dalla pistola d’ordinanza.

Poi le indagini condotte delle Volanti, e i rilievi della polizia scientifica, hanno rivelato che si sarebbe trattato di un tragico atto volontario.

Bari guardia giurata si toglie la vita con la pistola in dotazione: il comunicato di USB Vigilanza

Il sindacato USB Viglilanza in seguito al tragico atto volontario del vigilante di Bari denuncia:

“Ancora un suicidio tra gli uomini in divisa. Una circostanza divenuta drammaticamente ricorrente nel comparto e che con puntualità ci obbliga a necessarie riflessioni: il settore è in sofferenza, gli uomini e le donne del comparto vivono una condizione di disagio”.

Nel comunicato si legge inoltre: “È bene chiarire che in queste tragiche circostanze, bisognerebbe scavare nel vissuto dell’individuo per comprendere a fondo i motivi dell’insano gesto. È ricorrente, però, la circostanza in cui i lavoratori della vigilanza privata si trovano a vivere questi momenti di personale difficoltà unitamente a condizioni di lavoro e di vita molto complesse. Non possiamo non pensare che gli orari di lavoro abnormi, l’instabilità o la completa assenza di una programmazione dei turni di lavoro che non consentono alcuna preventiva pianificazione della vita privata e le indecenti condizioni economico-salariali non incidano negativamente sullo stato psico-fisico di un lavoratore”.

“La vigilanza, continua il comunicato dell’USB Vigilanza, sottopone gli addetti a condizioni di lavoro difficili, spesso disumane. Non è raro osservare fogli servizio con turnazioni anche di 14 e più ore giornaliere. Programmazioni dei turni di lavoro con orari di 12 ore filate per intere settimane sono la normalità per tanti istituti di vigilanza che operano, ormai, nell’assoluta impunità, nonostante le denunce agli organi ispettivi. Certamente non vogliamo affermare che la causa di un gesto così estremo vada ricercata unicamente nelle condizioni di lavoro. Ma sarebbe sbagliato non considerare che questo mestiere, svolto in tali circostanze e modalità, in tante occasioni ha determinato l’alienazione dei dipendenti e l’impossibilità per colleghi e familiari di cogliere quei segnali che avrebbero potuto svelare un campanello d’allarme importante“.

Il comunicato conclude poi così, “è nostro primario impegno continuare a lottare contro questo degradato sistema e intervenire in tutte quelle occasioni in cui la violazione del contratto e delle più elementari norme di sicurezza mettono a rischio la salute psicofisica dei lavoratori e delle lavoratrici. Come USB esprimiamo le nostre più sentite condoglianze alla famiglia del lavoratore”.

Dati dei suicidi in divisa

L’ultimo atto volontario di un uomo in divisa è solo l’ennesimo suicidio tra le forze dell’ordine dall’inizio del 2023. A riportarlo è anche il gruppo Facebook “Osservatorio suicidi in divisa” Cleto Iafrate, attivo nella sensibilizzazione sul fenomeno suicidiario nelle forze dell’ordine dal 2014.

Nel 2022 Iafrate ha contato settantadue suicidi, uno ogni cinque giorni. Nel 2020 e nel 2021 erano stati rispettivamente cinquantuno e cinquantasette, nel 2019 ben sessantanove.

I numeri rilevati in Italia si inseriscono in una tendenza generale: “In tutto il mondo è ormai stabilito che tra forze dell’ordine e l’esercito l’incidenza di suicidi è più che doppia rispetto alla media della popolazione”, aveva spiegato Roberto Tatarelli, professore ordinario di psichiatria alla Sapienza di Roma e autore di numerosi studi sul fenomeno suicidario.