C’è un altro dossier alquanto caldo che si appresta ad arrivare sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture, ossia quello relativo al Traforo del Monte Bianco. Il carattere è di estrema urgenza, specialmente ora che sono state comunicate le date di chiusura del principale collegamento Italia-Francia. Tre mesi, dal 4 settembre al 18 dicembre, che si ripeteranno fino al 2041. Si capisce quanto la ripercussione dei lavori di manutenzione del tunnel, lungo circa 12 km, sia enorme.

Il sindaco di Chamonix, Eric Fournier, ha chiarito che la Francia non ha alcuna intenzione di “raddoppiare” il numero di collegamenti tra i Paesi

Siamo totalmente contrari alla questione su tutti i livelli delle istituzioni francesi

Eric Fournier contattato dall’Ansa

Poi, il primo cittadino del comune di sblocco in territorio transalpino mostra i suoi assi nella manica. Si tratta delle dichiarazioni firmate dei precedenti ministri francesi dei Trasporti, il cui contenuto è inoppugnabile. E difficilmente ci si potrà rimangiare la parola, dal momento che Fournier è anche consigliere speciale con delega all’ambiente, al clima e all’energia per la regione Alvernia-Rodano-Alpi.

Traforo Monte Bianco, si guarda alle infrastrutture del Piemonte

Rimanendo sul versante italiano c’è ovviamente grande preoccupazione per la futura chiusura del traforo del Monte Bianco. Le principali organizzazioni sindacali, a cominciare da Fit Cisl Valle d’Aosta, hanno già portato all’attenzione del governo la questione della “seconda canna”. Inoltre, sottolineano la portata della chiusura sul versante economico, almeno per quanto riguarda la piccola provincia di confine. Il Tunnel rappresenta infatti la principale arteria infrastrutturale insieme all’Autostrada A5, che collega Aosta a Torino.

Nei piani della Fit la seconda canna sarebbe utilizzata con un singolo senso di marcia, lasciando l’altra corsia come paracadute in caso di situazioni particolari, spesso avvenute durante la stagione invernale. Ciò non significa che non si riconosca la necessità di intervenire, ma il timore è che il tessuto economico sia estremamente penalizzato sul lungo termine.

Per un problema che sorge ce n’è un altro che potrebbe parzialmente essere risolto. Stiamo parlando della soluzione tampone, ovvero il potenziamento dei collegamenti in Piemonte. L’ultimo report dell’Centro Studi di Confindustria e Unioncamere ha chiarito che 33 opere saranno terminate entro il 2032. Molte di esse saranno realizzate con i fondi del Pnrr (inclusi i lavori al Traforo), e si spera costituiscano un cuscinetto di salvataggio per la comunità valdostana. 2040.