Un duro colpo per la camorra a Napoli, una grande soddisfazione per le forze dell’ordine. Il nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli ha risolto, otto omicidi della seconda faida tra Secondigliano e Scampia. Dopo una lunga indagine e tante dichiarazioni ascoltate, il gip stamani ha emesso un’ordinanza per sedici pregiudicati.
Camorra a Napoli: misure cautelari per sedici pregiudicati
Li abbiamo visti protagonisti sul piccolo schermo, le loro azioni criminali hanno ispirato fiction, libri e serie tv. I registi li hanno resi celebri, talvolta mitici, i camorristi più famosi degli ultimi vent’anni. Storie romanzate, certo, ma con un fondo di verità sconvolgente. La faida tra Scampia e Secondigliano ha segnato la vita della città di Napoli dal 2004 al 2012, fino a quando boss e gregari sono stati arrestati e via via si sono pentiti. Ed è proprio grazie alle dichiarazioni di chi ha fatto parte del sistema per anni, che la Dda partenopea ha chiesto e ottenuto dal gip, dopo lunghissime indagini e ore infinite di interrogatori l’emissione di un’ordinanza a carico di sedici pregiudicati. Di questi, Un colpo dopo l’altro alla camorra di Napoli.
Delle sedici persone accusate, quattordici erano già detenute in carcere. Accuse gravissime quelle rivolte ai camorristi, arrestati per aver commesso otto sanguinosi omicidi. Pregiudicati con lunghe fedine penali. Si passa dai reati di associazione di tipo mafioso, all’estorsione continuata, fino alla detenzione illegale di armi comuni da sparo e appunto delitti efferati. Tutti aggravati dalle finalità mafiose, per aver agito avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza al clan. Gli accusati infatti sono tutti personaggi già noti alle forze dell’ordine, affiliati ai clan Di Lauro, Amato-Pagano e Vinella Grassi, attivi nei quartieri di Secondigliano e Scampia. Criminali spietati, capaci di omicidi violenti e sparatorie a sangue freddo.
Gli otto omicidi di cui sono accusati
I sedici arresti sono rivolti ad un gruppo di uomini e donne, che hanno prima appoggiato il clan Di Lauro contro gli Amato-Pagano nella guerra del 2004 e poi si sono ‘girati’ con loro, tradendo i vecchi alleati e formando un clan autonomo, la Vinella Grassi. Ad indagare dal 2007 ad oggi i carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli.
Il primo omicidio della cosiddetta ‘girata’ fu quello di Giuseppe Pica del clan Di Lauro morto il 14 marzo del 2007. Omicidio per il quale sono destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare Rito Calzone, Enzo Notturno, Carmine Pagano, Cesare Pagano, tutti già detenuti per camorra e omicidi. Poi l’assassinio di Francesco Cardillo, del clan Di Lauro ucciso lo stesso giorno del precedente, per il cui omicidio è stato arrestato Salvatore Frate.
Il terzo delitto è quello di Lucio De Lucia, sempre appartenente al clan Di Lauro, ucciso una settimana dopo. Era il 21 marzo del 2007, morì su decisione di Cesare Pagano e dal killer Rito Calzone. La morte violenta di Patrizio De Vitale, dei ‘girati’ ucciso il 31 maggio del 2007, su ordine di Marco Di Lauro e materialmente da Nunzio Talotti, suo braccio destro e amico del cuore. Entrambi sono già detenuti in carcere per omicidio. Si passa poi a Luigi Giannino, della Vinella Grassi ucciso il 13 giugno del 2007, per ordine di Marco Di Lauro e da Nunzio Talotti, Mario Buono, Raffaele Musolino e Vincenzo Di Lauro, che come il fratello Marco, è accusato di essere il mittente del delitto.
Il sesto omicidio è quello di Salvatore Ferrara, del clan Di Lauro, morto il 25 settembre del 2007 per ordine dei boss, cognati tra loro, Raffaele Amato e Cesare Pagano. A fare fuoco furono Salvatore Petriccione e Luca Raiano. Il giorno stesso venne ucciso anche Luigi Magnetti, della Vanella Grassi, considerato uno dei boss dei ‘Girati’. Secondo il gip che ha emesso l’ordinanza, in questo caso l’ordine partì da Raffaele Amato, Carmine Pagano e Cesare Pagano. A fare fuoco Renato Napoleone e Davide Francescone. L’ultimo omicidio in questione è quello di Carmine Fusco, affiliato ai Di Lauro, ucciso il 9 febbraio del 2008. Fu il boss Raffaele Amato a deciderne le sorti e Salvatore Petriccione, Luca Raiano e Fabio Magnetti i killer che hanno eseguito l’ordine.
Otto omicidi in sei mesi e pochi giorni per una faida di camorra che oggi ha nomi e cognomi.