Giornata di anniversario, il 75esimo, per Confapi (Confederazione Piccole e Medie Imprese), con una serie di videomessaggi tra cui anche quello della premier Giorgia Meloni. Il messaggio di fondo del presidente del Consiglio si concentra sull’aspetto comune, quello del “fare”, per cui il Governo lavora ininterrottamente:
Lavoriamo h24, 7 giorni su 7, per rivoluzionare questa nazione. I cittadini non ci hanno scelto per mantenere lo status quo
Nel corso dell’intervento la leader di Palazzo Chigi parla di “programma ambizioso”, di “riforme che nessun altro ha avuto il coraggio di fare”, di “ostacoli contro cui bisognerà inevitabilmente lottare”. Per portarlo a termine servono “coraggio, visione e rispetto per i cittadini che ci hanno assegnato un compito preciso: governare il Paese”.
75° anniversario Confapi, Meloni: “PMI motore dell’economia”
Il tono del messaggio è di collaborazione, quasi di amicizia. Concetto, quest’ultimo, che Meloni cita testualmente quando sottolinea le misure che vanno a sostegno delle imprese: riduzione del carico fiscale, contrasto all’evasione, snellimento della burocrazia, semplificazione e chiarezza nella scrittura delle regole.
L’anniversario di Confapi diventa così vetrina per parlare di quello che la premier definisce “core business”, il fulcro dell’intero programma di governo: l’economia. Questa la sfida più grande alla luce del contesto storico ereditato dall’Esecutivo dopo una pandemia e nel mezzo di una guerra. Principi già ascoltati durante la sua testimonianza al Congresso Cgil, a cominciare dall’idea che la ricchezza sia creata dalle imprese grazie alle politiche emanate dallo Stato.
La piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, della nostra società e della nostra cultura
Lo dicono i numeri, che vedono le PMI oltre il 90% delle quote, il vero tessuto e substrato dell’iceberg che tiene a galla l’intera nazione.
Le parole della premier su Pnrr e presidenzialismo
La numero uno di Fratelli d’Italia si è poi espressa anche su altre questioni nel corso della giornata. Per esempio sul Pnrr, dopo la relazione della Corte dei Conti che paventa il rischio di ritardi strutturali. Rallentamenti che potrebbero far slittare le future tranche per l’Italia dall’Ue, a cominciare da quella di giugno.
In questo caso la premier ha parlato di “rischio zero” connesso alla terza tranche, il cui controvalore economico è di 19 miliardi. Meloni ha riferito di aver parlato personalmente con Ursula von der Leyen, presidente di Commissione, sottolineando che da Bruxelles c’è approvazione per il lavoro che l’Italia sta facendo, in virtù della situazione ereditata dal governo Draghi.
“È necessario assicurare che le istituzioni siano stabili, veloci ed efficienti“. Solo così si sarà in grado “di avere maggiore affidabilità a livello internazionale e lavorare per focalizzare le energie su obiettivi strategici e di lungo periodo”. Ci siamo spostati alle dichiarazioni del presidente del Consiglio depositate in un messaggio al Summit for Democracy, un convegno promosso dagli Stati Uniti e dall’India, a cui partecipano tutti gli Stati con questa struttura.
Come sappiamo, a proposito di governance il tema associato è quello del presidenzialismo, misura contenuta nell’agenda di governo e caldeggiata in primis da Forza Italia. Secondo l’opinione governativa, “la democrazia può diventare anche più forte e solida attraverso una riforma presidenziale dello Stato”