I sindaci dem si compattano per trovare una linea comune sul fronte dei diritti civili. Il tema è in particolare lo stop alla trascrizione sui registri anagrafici dei figli delle famiglie arcobaleno deciso dalla Prefettura di Milano qualche settimana fa. La decisione comporta che solo il genitore che ha un legame biologico con il figlio potrà essere riconosciuto come padre o madre. La notizia ha fatto subito sollevare la comunità Lgbt+, che solo qualche giorno dopo ha organizzato una manifestazione a Milano in difesa dei diritti dei figli delle coppie arcobaleno.

Ieri Roberto Gualtieri Beppe Sala, Stefano Lo Russo, Matteo Lepore, Gaetano Manfredi, Antonio Decaro e Dario Nardella si sono riuniti in videochiamata per affrontare il problema e concordare una strategia comune per difendere i diritti dei figli delle famiglie omogenitoriali. Si tratta, rispettivamente, dei sindaci di Roma, Milano, Torino, Bologna, Napoli e  Firenze. Come afferma Gualtieri, infatti, “l’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare risposta. La vita familiare delle persone Lgbt+ risulta non ancora compiutamente riconosciuta nell’assetto normativo, generando disparità di trattamento nel quadro dell’Unione europea”.

Trascrizione dei figli delle famiglie arcobaleno, i sindaci del Pd in cerca di soluzioni

Due settimane dopo la decisione della Prefettura di Milano di fermare le registrazioni dei figli delle coppie omogenitoriali nei registri anagrafici arriva la risposta dei sindaci del Partito democratico, intenzionati a trovare una soluzione al problema pur riconoscendo gli ostacoli. Al momento, infatti, qualsiasi iniziativa che forzi la decisione della Prefettura è passibile di impugnazione. Per questo i sindaci dem hanno diramato una nota per chiedere un incontro ufficiale con la premier Giorgia Meloni e il ministro degli Interni Matteo Piantedosi. Allo stesso tempo, i promotori di questa iniziativa hanno incaricato Beppe Sala di portare il tema sui tavoli di Bruxelles. La presa di posizione dei sindaci Pd è stata chiaramente motivata da Roberto Gualtieri:

Nell’attesa di una legge, noi sindaci ribadiamo la volontà di agire collettivamente nell’esclusivo interesse dei minori, procedendo alla trascrizione integrale dei certificati di nascita costituiti all’estero con due mamme, non riconducibili a una gestazione per altri, chiaramente esclusa dalla legge.

La situazione è complessa ma il vuoto normativo non può diventare l’alibi per restringere il campo dei diritti. Non vogliamo sostituirci alla legge, al contrario chiediamo sia fatta presto una norma. Ma è intollerabile che nel frattempo si neghino diritti ai cittadini senza che vi sia alcuna violazione della legge italiana ed è anche umiliante che, come istituzioni locali, siamo costretti a dire no a richieste su poi, al termine degli iter giudiziari, la Cassazione dice puntualmente sì.

Dal tema della difesa dei diritti civili parte dunque l’azione di un fronte che dovrà convergere anche su altri temi come l’autonomia differenziata, la semplificazione amministrativa, l’accoglienza e il Pnrr. Secondo Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, “noi sindaci cerchiamo una linea comune non per arrivare al conflitto istituzionale ma per avviare un dibattito governativo e parlamentare serio“. I sindaci Pd sono, d’altro canto, l’unico contraltare alla schiacciante predominanza elettorale del centrodestra che può contare sulla maggioranza in Parlamento e sulla guida di ben 16 regioni italiane. A livello amministrativo, tuttavia, la situazione è ben diversa: il fronte progressista guida infatti guida il 70% dei comuni del Paese. Per questo motivo i sindaci Pd, forti di uno stretto legame con i territori, sanno di poter giocare un ruolo chiave nella vita politica italiana e, soprattutto, nelle dinamiche interne alla comunità democratica.