Resta senza spiegazioni e senza un colpevole la morte di Giuliano Gilardi, l’ex operaio di 60 anni ucciso in casa con otto coltellate il 27 dicembre 2011. Il Gip di Aosta avrebbe infatti deciso di archiviare il fascicolo per omicidio riaperto dieci anni dopo i fatti, per i quali erano indagate quattro persone: Salvatore Agostino, Cinzia Guizzetti, già principale indiziata del delitto nell’inchiesta precedentemente archiviata, l’ex marito di quest’ultima, Armando Mammoliti e Domenico Mammoliti. Tutti, secondo quanto riportato da Ansa, sarebbero stati scagionati in quanto gli elementi probatori raccolti a loro carico non sarebbero sufficienti a perseguirli penalmente.
Omicidio Giuliano Gilardi resta senza un colpevole: archiviato il caso
Sono le 12.30 del 27 dicembre del 2011 quando il 60enne Giuliano Gilardi, ex operaio del reparto “treno di laminazione” della Cogne Acciai Speciali con la passione per il calcio e le moto chopper, viene trovato morto dall’ex compagna, Cinzia Guizzetti, nella sua casa di Senin a Saint-Christophe, ad Aosta. Per i medici legali che effettuano i rilievi sulla salma non ci sono dubbi: l’uomo è stato ucciso a coltellate, tra le 6 e le 8 di quella mattina. A dimostrarlo, le ferite e lesioni rinvenute sul suo corpo. Chi lo conosceva parla di una persona “tranquilla”: chi avrebbe potuto volerla morta? I primi sospetti degli inquirenti si concentrano proprio sulla donna: il movente, ipotizzano, potrebbe essere di tipo sentimentale, visto che la vittima l’aveva da poco lasciata. Dopo le prime ricostruzioni, però, le attenzioni si spostano verso altri tre indagati: Salvatore Agostino, operaio edile di 61 anni, pregiudicato, Armando Mammoliti, ex marito della Guizzetti, e Domenico Mammoliti.
Le indagini non portano da nessuna parte e, nel 2014, vengono archiviate. Dieci anno dopo i fatti, nel 2021, una nuova testimonianza raccolta dai carabinieri permette di riaprire il caso. Nel gennaio 2022 la relazione della genetista Sarah Gino certifica la compatibilità tra il profilo genetico estratto da un chewing gum trovato nel letto dove era stato rinvenuto il cadavere della vittima e quello di Salvatore Agostino. L’operaio edile, assistito dagli avvocati Gianfranco Sapia e Giuseppe Gallizzi, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, contestando anche l’utilizzabilità dell’esame, fatto nel 2012, e chiedendo di ripetere l’estrazione del Dna (istanza respinta dal Gip durante l’udienza per l’incidente probatorio). A 12 anni dal delitto, la morte di Gilardi resta ancora senza un colpevole. Il Gip di Aosta avrebbe infatti deciso di archiviare anche il fascicolo per omicidio riaperto due anni fa, scagionando tutti gli indagati.
“L’azione penale non può essere esercitata con ragionevoli probabilità di successo poiché, la grande quantità di elementi raccolti nel corso delle indagini, le intercettazioni effettuate, le confidenze raccolte nel corso delle investigazioni, non possono fondare un giudizio di colpevolezza dibattimentale – si legge nelle motivazioni del giudice per le indagini preliminari -. L’unico elemento investigativo degno di nota è individuabile nelle tracce di Dna presenti sul chewing gum, riconducibile” ad Agostino. “Purtroppo, detto elemento probatorio non appare sufficiente, rendendo definitivamente impossibile affermare oltre ogni ragionevole dubbio che la morte di Giuliano Gilardi sia attribuibile anche solo ad alcuni degli indagati, e conseguentemente va disposta l’archiviazione”. Le scarse prove raccolte a carico dei quattro non consentirebbe, cioè, di perseguirli penalmente.
Le dichiarazioni dei legali di Agostino
“Esprimiamo soddisfazione per l’archiviazione del procedimento a carico del signor Salvatore Agostino. L’essere stato sottoposto alle indagini per un delitto tanto grave è stata un’esperienza difficile e dura per il nostro assistito che, pur emotivamente scosso e turbato, ha sempre sostenuto la propria innocenza e manifestato fiducia e rispetto per il lavoro della magistratura”, hanno fatto sapere i legali che difendono l’uomo dopo la notizia dell’archiviazione del caso.