Decreto bollette fondi sanità. Il Decreto Bollette approvato in Consiglio dei Ministri destina anche una serie di fondi per la sanità. In particolare si tratta delle “disposizioni per il piano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici”, di misure quindi volte a contrastare le carenze di organico e per erogare prestazioni aggiuntive. Sono poi previste sanzioni poi più severe per chi è responsabile di lesioni ai danni del personale sanitario.
In pronto soccorso mancano i medici
Nel Decreto viene anche istituito un fondo presso il ministero della Salute per assegnare una quota a ciascuna regione e provincia autonoma da utilizzare per rendere più equilibrati i servizi sanitari regionali. Nel testo anche ci sarebbero anche importanti misure per sopperire alla carenza di organico per gli enti e le aziende del servizio sanitario nazionale, che si potranno affidare a terzi per i servizi infermieristici e medici (esclusivamente nei pronto soccorso ospedalieri) per un massimo di 12 mesi e senza possibilità di proroga. Per l’anno 2023 le aziende gli enti del servizio sanitario nazionale potranno ricorrere anche alle prestazioni aggiuntive, tipologie di attività libero professionale per le quali la tariffa oraria è stata fissata dal contratto nazionale di settore a 60 € e può essere aumentata fino a 100 lordi. Ciò riguarderà anche i medici che stanno compiendo la specializzazione, perché potranno assumere su base volontaria e fuori dall’orario di formazione degli incarichi da liberi professionisti presso i pronto soccorso del sistema sanitario nazionale per un massimo però di otto ore settimanali.
Aggressioni ai sanitari, pene inasprite
Per quello che riguarda poi la sicurezza sul luogo del lavoro dei medici e degli infermieri e in generale del personale sanitario è prevista la modifica del codice penale che inasprisce le sanzioni per lesioni personali quando la persona lesa è un professionista sociosanitario nell’ambito delle funzioni. “La strada è quella giusta” sostiene il presidente della FNOMCEO Filippo Anelli “ma è solo l’inizio. Bisogna rendere attrattivo il sistema sanitario nazionale attraverso un intervento di sostegno e professionisti in maniera sistematica e globale”. Il presidente della fondazione Gimbe Caltabellotta commenta invece così: “il sistema sanitario sta raggiungendo il punto di non ritorno, tra l’indifferenza di tutti i governi che negli ultimi 15 anni oltre a tagliare e a non investire in sanità sono stati incapaci di fare riforme”.