Morta la regina del pianoforte: a 99 anni si è spenta la suora di fama internazionale. Si chiamava Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou ed era dell’Etiopia.
Morta la regina del pianoforte: a 99 anni si è spenta la suora di fama internazionale
Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou aveva 99 anni quando si è spenta nel monastero etiope di Gerusalemme nel quale viveva da circa 40 anni.
E’ stata una suora, una musicista e una compositrice. La fama, internazionale, nella sua lunga vita non le è mancata, tanto da definirla come La regina del pianoforte.
Era di nazionalità etiope e quando era bambina, è stata una prigioniera di guerra. Ha studiato con il violinista polacco Alexander Kontorowicz al Cairo, diventando una delle prime pianiste classiche del Paese del Corno d’Africa. Poi a 21 anni arriva l’ordine di suora.
Nel 1967, quando la sua città stava vivendo una fiorente scena musicale jazz e classica, pubblica il suo primo disco. Tutti i profitti della sua musica sono stati destinati ai bisognosi e nel tempo ha continuato ad utilizzare i suoi guadagni per aiutare i bambini etiopi resi orfani dalla guerra.
È stata così istituita la Emahoy Tsege Mariam Music Foundation per sostenere e appoggiare i bambini poveri a studiare musica.
La madre del convento a cui era stata destinata muore nel 1984 e Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou si trasferisce al monastero etiope di Gerusalemme.
La fama mondiale arriva nel 2006 quando la sua bravura la porta ad essere inclusa negli album di musica etiope dei decenni precedenti.
The Homeless Wanderer e The Mad Man’s Laughter sono tra le sue più famose composizioni.
Nei film la sua musica
La sua musica è stata utilizzata nel documentario candidato all’Oscar 2020 Time e nel dramma Netflix di Rebecca Hall, Due donne – Passing. La sua lunga vita ha visto nascere più di 150 opere originali di musica per pianoforte, organo, opera ed ensemble da camera.
Kate Molleson, giornalista, ha realizzato un documentario su di lei per Bbc Radio Four intitolato The Honky Tonk Nun, descrivendola come una donna le cui scelte sono state determinate dall’autoesilio religioso, dalle lotte di genere anticonformiste e dalla drammatica storia politica dell’Etiopia del XX secolo – e che nel contempo è diventata un’artista singolare.