Case green quale aumento di valore degli immobili eseguendo i lavori di efficientamento energetico? A questa domanda ha dato una risposta l’Università Iuav di Venezia che ha svolto una ricerca per conto dell’Osservatorio Rebuid. Lo studio si basa sul miglioramento delle classi energetiche in linea con quanto prevede la direttiva Case green, approvata dal Parlamento europeo a metà marzo. L’Università di Venezia ha considerato come città campione Padova, Mestre e Bergamo. Grazie ai lavori, si può arrivare a un aumento del valore dell’immobile del 18 per cento, se non addirittura del 30 o 40 per cento per interventi più incisivi.
Case green aumento valore immobili con i lavori di efficientamento energetico: di quanto?
Una stima di quanto possa aumentare il valore degli immobili migliorando le classi energetiche come prevede la direttiva Case Green, approvata qualche settimana fa dal Parlamento europeo, è stata fatta dall’Università Iuav di Venezia. Nelle tre città campione di Padova, Mestre e Bergamo, il miglioramento dalla classe energetica “G” alla “D” – come prevede il secondo step degli edifici residenziali entro il 2033, il primo è il passaggio alla classe intermedia “E” entro il 2030 – comporta un aumento del valore di mercato dell’immobile tra il 14 e il 18 per cento. Ma si può fare di meglio. Chi dovesse passare dalla classe “G” alla “A”, beneficerà di un aumento del valore dell’immobile dal 30 al 40 per cento, a seconda del mercato immobiliare locale di riferimento.
Immobili, facendo i lavori direttiva Case green di quanto aumenta il valore?
Il valore dell’immobile è sempre più legato ai criteri di efficientamento e alle classi energetiche. Ma bisogna fare i conti con i costi da sostenere per aumentare la sostenibilità degli immobili secondo i parametri stabiliti dalle Case green. In attesa che la direttiva europea termini il suo iter di approvazione e che ciascuno Stato membro adotti la direttiva con normative in linea con quanto prevede Bruxelles, i proprietari delle abitazioni si interrogano sull’opportunità di eseguire i lavori richiesti. Quella del valore dell’immobile è la maggiore leva cui fa affidamento la direttiva stessa per invogliare i proprietari degli immobili a fare gli interventi. La normativa europea, infatti, non fissa sanzioni a carico dei proprietari in caso di mancato raggiungimento delle classi energetiche richieste. Ma è proprio il valore di mercato dell’immobile a scendere in caso in caso di mancata effettuazione dei lavori.
Valore immobili direttiva Case green: e se non si eseguono i lavori cosa succede?
La più grossa penalizzazione per gli edifici che deriva dalla direttiva europea Case green è la svalutazione, che potrebbe essere di gran lunga maggiore di una sanzione stabilita per legge. In secondo piano, lo stesso valore degli immobili – adeguati o meno ai criteri di efficientamento energetico – potrebbe regolare anche il mercato dei mutui. Le banche potrebbero modellare la propria offerta in base alla maggiore o minore garanzia offerta dagli edifici, in linea con la direttiva europea o meno. In più, c’è da considerare la grossa platea che beneficerà dell’esenzione dall’effettuare i lavori di efficientamento energetico. Gli immobili che rimarranno fuori dalla stretta europea saranno quelli storici, prevalentemente quelli la cui costruzione sia avvenuta entro il 1945 e, ancora di più, quelli antecedenti al 1918.
Quali immobili possono non fare i lavori di efficientamento energetico?
Per immobili risalenti a queste epoche, a prescindere dai vincoli architettonici e paesaggistici che li sottraggono alla normativa europea, c’è da considerare il valore storico quale criterio di sottrazione all’efficientamento energetico. Secondo le ultime stime, in Italia su 12,2 milioni di immobili residenziali, oltre tre milioni di immobili dovrebbero sottrarsi agli obblighi di interventi energetici. Infatti, 1,8 milioni di edifici sono stati costruiti prima del 1918 ed altri 1,3 milioni entro il 1945. A questi criteri, si aggiungono altri parametri di sottrazione, ovvero le seconde case e gli edifici che, per l’esecuzione dei lavori, avrebbero limiti di fattibilità tecnica. In tutto, circa 4 milioni di proprietari di edifici potrebbero non dover fare alcun intervento sui propri immobili.