In merito alla vicenda dell’imprenditore russo evaso a Basiglio, nei pressi di Milano, gli Usa avevano avvertito l’Italia prima che fosse troppo tardi. Gli Stati Uniti avevano mostrato sin dall’inizio tutto il loro timore che Artem Uss potesse scappare. L’uomo, 40 anni, era stato arrestato in Italia ma è riuscito a farla franca lo scorso 22 marzo, dopo aver manomesso il braccialetto elettronico che avrebbe dovuto sorvegliarlo.
Sin dal novembre 2022, il dipartimento di Giustizia americano aveva scritto al ministero della Giustizia italiano sulla questione. Le autorità del nostro Paese erano state esortate a prendere “tutte le misure possibili” per disporre la custodia cautelare nei confronti di Artem Uss. L’imprenditore, figlio del governatore di una regione siberiana, doveva essere estradato: detenerlo agli arresti domiciliari non avrebbe garantito una consegna sicura da parte dell’Italia agli Usa.
Nella missiva datata novembre 2022, così, il dipartimento statunitense aveva messo in dubbio la decisione di concedere i domiciliari all’uomo d’affari. L’esigenza degli Usa era quella di “garantire” che l’indagato non si sottraesse agli arresti lungo tutta la durata del procedimento di estradizione. Timori che, vista l’evasione, si sono rivelati fondati: l’uomo ha fatto perdere le sue tracce ed è ora latitante.
Imprenditore russo evaso a Basiglio, gli Usa avevano avvertito l’Italia: “I domiciliari non sono sicuri”
Nel mirino del dipartimento di Giustizia Usa era finita la detenzione ai domiciliari, che “non garantiscono efficacemente la disponibilità del latitante per una eventuale consegna”. Per rafforzare la loro tesi, gli americani avevano portato gli esempi di altri sei fuggitivi negli ultimi tre anni. Una lettera siglata dal pubblico ministro statunitense ad ottobre 2022 recava poi un ammonimento sull’ “altissimo rischio di fuga” da parte di Artem Uss.
Una vicenda cominciata a settembre 2022, quando a carico dell’uomo era stato emesso un mandato d’arresto internazionale dal Dipartimento di Giustizia Usa. Le accuse nei suoi confronti sono quelle di associazione per delinquere, truffa e riciclaggio. Uss era stato bloccato all’aeroporto milanese di Malpensa ad ottobre 2022: le forze dell’ordine lo avevano arrestato e poi posto ai domiciliari a dicembre 2022. Un’ordinanza della Corte d’Appello di Milano aveva infatti disposto la modifica della misura restrittiva in carcere.
Tutto è filato liscio fino allo scorso mercoledì, quando i carabinieri di Basiglio sono intervenuti nella sua abitazione, dopo aver ricevuto una segnalazione su una possibile forzatura del braccialetto elettronico. Giunti sul posto, i militari hanno scoperto l’evasione: chi indaga sta lavorando per rintracciare il malvivente.
Contrabbando, riciclaggio e spionaggio di tecnologie militari: le accuse ai danni di Artem Uss
Le accuse nei confronti di Artem Uss sono legate al contrabbando di milioni di barili di petrolio e al riciclaggio di decine di milioni di dollari per oligarchi russi. Avrebbe inoltre ottenuto accesso a tecnologie militari da società statunitensi, da contrabbandare con destinazione Russia.
Secondo gli inquirenti, nella sua evasione potrebbero avere avuto un ruolo le spie russe, visto il ruolo gerarchico del padre. La posizione dell’imprenditore è giudicata attinente alla guerra in Ucraina: il 40enne possiede attività finanziarie negli Stati Uniti. Nei suoi confronti si era persino esposto il portavoce del Cremlino Peskov.