La Silicon Valley Bank, storico istituto finanziario californiano per il finanziamento e la gestione della liquidità delle start-up, ha segnato una delle pagine più buie della finanza americana. Con il suo crac economico, ufficializzato il 10 marzo 2023, la finanza americana ha subito il secondo più grande default finanziario, dopo il caso Lehman Brothers, che scuote le fondamenta del sistema bancario a stelle e strisce.

Fallimento della Silicon Valley Bank, la finanza mondiale trema (tag24.it)

Con sede legale a Santa Clara, in California, la SVB per molti anni è stata considerata la sedicesima banca, per capitalizzazione, più grande degli USA e la prima, per depositi, della Silicon Valley. Con una quota di mercato, stimata nel 2016, pari al 25,9%; la SVB era considerata uno tra gli istituti di finanziamento più solidi dell’economia americana potendo vantare un fatturato pari a 7,40 miliardi di Dollari registrato nel 2022 con un utile netto, per lo stesso anno 2022, pari a 1,51 miliardi di Dollari. Quotata sulla borsa valori NASDAQ, la Silicon Valley Bank apparteneva al SVB Financial Group che operava a livello internazionale con l’erogazione di servizi finanziari.

Con 8553 dipendenti e ventinove uffici dislocati negli USA, la SVB vantava un’ottima presenza sul territorio in grado di soddisfare, con i servizi finanziari erogati, i clienti sul territorio americano. Anche al di fuori degli USA, e addirittura oltre oceano, la SVB operava con sedi estere dislocate in India, Regno Unito, Israele, Canada, Cina, Germania, Hong Kong, Irlanda, Danimarca e Svezia.

Silicon Valley Bank, dalla fondazione al Venture Capitalist

La Silicon Valley Bank (SVB), fondata nel 1983 da Bill Biggerstaff e Robert Medearis con sede a San Jose nel sud del West Coast in California, fu fondata con l’obiettivo di operare, nel mercato finanziario americano, per la raccolta dei depositi delle imprese finanziate con capitale di rischio (equity); definito come l’insieme delle risorse economiche investite in un’azienda e soggette al rischio d’impresa.

In seguito la SVB ha subito un’espansione nel settore della finanza, permettendo all’istituto bancario di erogare servizi finanziari in grado di assistere economicamente, nell’erogazione e nella gestione del capitale finanziario, i propri clienti. In pochi anni la SVB, da istituto bancario per il deposito finanziario si è evoluta in un istituto finanziario in grado di operare nel venture capitalist; il che ha permesso all’istituto californiano di assistere, le varie realtà imprenditoriali a esso associate, durante tutto il processo finanziario dall’istituzione, alla crescita e allo sviluppo della realtà imprenditoriale.

Dopo appena due anni dalla sua fondazione, nel 1985, la SVB inaugura la sua seconda filiale di Palo Alto; nella contea di Santa Clara in California.

In pochi anni l’istituto bancario, fondato da Bill Biggerstaff e Robert Medearis durante una partita di poker, diventa il punto di riferimento per piccole e medie attività imprenditoriali; che si serviranno dei servizi finanziari della SVB per la gestione dei loro depositi contabili.

Nel 1986 l’istituto finanziario californiano si fonde con il National InterCity Bancorp, dalla fusione si ottiene un nuovo ufficio con sede a Santa Clara; l’espansione della SVB procede rapidamente, nell’arco di pochi anni guadagna la fama di un istituto finanziario solido, affidabile e di riferimento per le nuove attività imprenditoriali che richiedono liquidità per avviare i loro processi imprenditoriali.  

Anni ’90, il decennio della finanza internazionale

Gli anni ’90 rappresentò un decennio particolarmente florido per le attività finanziarie della Silicon Valley Bank.

Nel 1990 il consiglio d’amministrazione della SVB decise, a fronte di un importante investimento, di sfruttare le grandi opportunità economiche offerte dalla città di Boston; da sempre sede d’importanti e promettenti attività industriali nel settore tecnologico.

In poco meno di un anno l’attività finanziaria della SVB si espanse a livello internazionale, operando con le società Pacific Rim e Trade Finance.

Con un’attività finanziaria improntata nell’investire su nuove e promettenti realtà imprenditoriali, la SVB vantava il primato di aver fornito capitale di rischio iniziale per finanziare l’avvio d’importanti realtà imprenditoriali come Cisco Systems, multinazionale statunitense per la fornitura di apparecchiature networking, e Bay Networksche, azienda statunitense specializzata nella fornitura di router e soluzioni networking innovative; entrambe, da lì a pochi anni, si sarebbero affermate a livello internazionale per i servizi offerti.

Gli anni ’90 si chiudo con un forte incremento del valore delle azioni della SVB che passarono da venti a 70 Dollari, segnando un rapido aumento della capitalizzazione dell’istituto finanziario californiano.

Dal 2000 al 2010, tra business web ed espansione verso il private banking

Per la Silicon Valley Bank il nuovo millennio si apre con ingenti investimenti in Florida, considerata di estrema importanza economica per la presenza d’importanti realtà imprenditoriali nel settore del divertimento, dell’agricoltura e dell’estrazione mineraria. Il nuovo millennio rappresenta anche l’era delle grandi opportunità per le nuove realtà imprenditoriali che svolgono le loro attività sul web; la SVB, puntando molto su queste nuove e affascinanti forme d’imprenditoria, concede finanziamenti a molte imprese.

Nel 2001, con un investimento di 100 milioni di Dollari, la SVB acquisisce la società d’investimenti bancari Alliant Partners di Palo Alto. Nello stesso anno le azioni delle società Dot-com, definite come l’insieme delle realtà imprenditoriali che sviluppano la loro forma di business con siti web, subiscono un notevole crollo del loro valore. L’istituto finanziario californiano, avendo molte azioni delle società Dot-com finanziate, in poco tempo subisce una grave perdita finanziaria.

Nel 2002 la SVB espande i propri servizi finanziari offerti anche al private banking; in poco tempo, da istituto per l’erogazione di servizi finanziari prettamente per aziende e realtà imprenditoriali, la SVB si trasforma in una banca a misura di privato cittadino.

Dal 2004 al 2005 sono state aperte molte sedi internazionali tra cui, in India, Regno Unito, Pechino e Israele.

Nel 2008 la SVB Financial ha ricevuto dal Tesoro degli Stati Uniti, attraverso il Troubled Asset Relief Program, un investimento pari a 235 milioni di dollari. Nell’anno successivo, a fronte dell’investimento, il Tesoro degli Stati Uniti ha ottenuto 10 milioni di dollari di dividendi dalla SVB.

Dal 2010 al 2020, dal record di start-up finanziate alla joint venture

Tra il 2010 e il 2020 la Silicon Valley Bank affronta un decennio di forte espansione delle attività e servizi finanziari offerti ai clienti; potendo vantare importanti risultati nel settore dei finanziamenti alle start-up, si lancia nuove sfide internazionali.

Nel 2011 Ken Wilcox, amministratore delegato che aveva guidato la Silicon Valley Banck dal 2000, lasciò la sua carica pur rimando presidente del consiglio d’amministrazione, a Greg Becker. Nello stesso anno, l’istituto finanziario californiano raggiunse il primato di aver finanziato, dalla sua fondazione, più di trentamila nuove start-up.

Il 2012 si rileva essere un anno fondamentale per le partnership internazionali; con un accordo stipulato tra la banca californiana SVB e la Shangai Pudong Development Bank, i due istituti di credito si uniscono in una joint venture, con le quote rispettivamente ripartite al 50% per ogni società, con l’obiettivo di finanziare nuove attività imprenditoriali nel settore tecnologico.

Nel 2015 la China Bank Regulatory Commission (CBRC), riconosce e approva la joint venture tra la SVB californiana e la Shangai Pudong Development Bank; conferendoli il mandato di poter svolgere attività economica in Cina con la moneta ufficiale.

Nel 2019 la società LeerinkPartners LLC, fu acquisita dalla Silicon Valley Bank Group e in seguito rinominata come SVB Securities.

Dal 2020 al 2023, dall’ampliamento della gestione patrimoniale al crac finanziario

Il successo dell’istituto di finanziamento californiano sembra inarrestabile; con il nuovo millennio e il diffondersi delle tecnologie SMART, che permettono un controllo da remoto sempre più agevole e veloce dei finanziamenti e delle attività bancarie, la SVB si conferma essere l’istituto di credito leader per il finanziamento e la gestione della liquidità delle start-up, tanto da detenere una quota di mercato superiore al 65% delle nuove attività imprenditoriali emergenti finanziate.

Nel 2021, con l’obiettivo di ampliare i servizi offerti ai clienti per la gestione patrimoniale, la SVB annuncia il piano economico che le permetterà di acquisire la Boston Private Financial Holdings.

Il 2022 è l’anno che segna il destino della Silicon Valley Bank; il futuro del progetto finanziario, tanto rischioso quanto promettente, di finanziare con capitale di rischio le nuove realtà imprenditoriali e di gestire la loro liquidità attraverso investimenti in titoli di stato americani a lungo termine che, da San Jose in California, ha portato la SVB a diventare la sedicesima banca per capitalizzazione degli USA e la prima della Silicon Valley per depositi, era drammaticamente segnato dalle tensioni sui mercati finanziari internazionali e dalla politica aggressiva, contraddistinta da un rapido aumento dei tassi d’interesse dei titoli di stato americani a lungo termine, adottata dalla Fed (Federal Reserve Bank).

L’aumento dei tassi d’interesse, disposto dalla Fed, ha determinato una perdita stimata di 75 miliardi di Dollari di capitale per le nuove emissioni; generando un improvviso impoverimento della capitalizzazione della banca californiana.

Il 10 marzo 2023, dopo il dilagarsi delle prime indiscrezioni riguardanti la mancanza di liquidità da parte dell’istituto finanziario californiano e la corsa dei correntisti nel chiedere la restituzione della liquidità, innescando quello che in gergo è definito bank-run, è ufficializzato il default finanziario della Silicon Valley Bank; il secondo più grande default, dopo il crac Lehman Brothers del 2008, della storia della finanza americana da previsione si trasforma in realtà.

Il 13 marzo 2023, con un accordo di salvataggio senza oneri finanziari e con i depositi bancari completamente coperti, il colosso dei servizi bancari britannico HSBC Holdings plc acquista la Silicon Valley Bank rilevandola alla cifra simbolica di una sterlina.

Gianni Truini