Patente smartphone, cos’è? A chi è destinata? Perché è importante? Ne abbiamo parlato ad Open Day, su Radio Cusano Campus, con Elena Ferrara, senatrice, firmataria della prima legge sul cyberbullismo, fa parte dell’equipe di lavoro Patente di smartphone. “Con la patente di smartphone la comunità ti riconosce che hai nuove competenze di cittadinanza digitale utili a renderti un produttore attivo di contenuti rispettosi della legalità, e del rispetto reciproco. Abbiamo anche pensato ai rinnovi della patente, alla luce delle problematiche sull’hate speech, la digital addiction – ha spiegato Elena Ferrara – l’idea è di sostenere così i genitori in una sfida educativa non semplice. Una volta, nel mondo analogico, il tema del rispetto c’era. Oggi ci troviamo a che fare con comportamenti relazionali nuovi, fenomeni che non avevamo messo in conto. Il progetto, sta portando buoni frutti, anche al di fuori della regione Piemonte, sta promuovendo una cultura nuova in tutte le regioni italiane. E’ un’alleanza educativa che va oltre un piccolo corso di formazione: creiamo gruppi che lavorano in sinergia con la scuola, le forze dell’ordine e con chi ha competenze particolari, supportiamo la scuola, la famiglia, i ragazzi. E’ un’alleanza per cui chi ha la patente risulta avere una patente di comunità”.
Patente smartphone, l’esigenza nacque nel 2017
Patente smartphone: quando è nata l’esigenza? “Nel 2017, dopo l’approvazione della legge 71 sul cyberbullismo. Nel Verbano-Cusio-Ossola c’erano casi di sexting e cyberbullismo che preoccupavano le forze dell’ordine, e lo smartphone stava prendendo piede. A fronte di una legge rivolta a tutti i ragazzi bisognava pensare ad processo di educazione alla cittadinanza digitale, ai diritti e doveri di internet e ad un uso consapevole dei social network. Il progetto provinciale nasce per iniziativa di un’associazione di media educator conosciuti per la peer-education, Contorno Viola, promossa nelle scuole verbanesi – ha aggiunto la senatrice Ferrara – si tratta di una patente che viene consegnata ai ragazzi, uno strumento dato in prestito”, il genitore è lì e viene aiutato ad usarlo al meglio”.
Cosa si impara? I concetti principali
Le tecnologie fanno parte, a pieno titolo, della quotidianità, ma vengono usate con leggerezza. Dimentichiamo, così, qual è il valore di un contenuto privato, i rischi che ne derivano. “Negli anni ci sono stati degli approfondimenti in materia. I tre nuclei prioritari e primitivi erano la protezione dei dati personali, cosa si intende per dati personali, cosa succede quando mi registro ad una piattaforma digitale, cosa è importante che io consideri, all’interno di una piattaforma quali dati perdo e quali altri aiutano a costruire una corretta immagine digitale. Non solo, una volta immessi in rete, i contenuti condivisi dove vanno?”
Un documento utile a tutti
“Dalla pedo – pornografia ad altri effetti negativi sulla crescita dei giovani, giovanissimi – ha sottolineato Elena Ferrara – sono i contenuti a cui vengono sensibilizzati i corsisti. E per finire: a quale età i ragazzi possono iscriversi da soli ad un social network? Come evitare che si diventi vittime di contenuti diffamanti? Come ottenere la cancellazione di un contenuto digitale? Cos’è un contenuto digitale? La legge proposta di cui sono firmataria pensa ai bulli del Verbano-Cusio-Ossola, alle procedure che tendono a responsabilizzare il bullo. Si tratta di una legge piemontese di prevenzione e contrasto ai bullismi voluta per tutti i bambini del Piemonte. Tornando alla patente di smartphone posso dire che si sta diffondendo in tutta Italia, e che stiamo arrivando in tutti i territori cercando di andare oltre quelli del Piemonte”.