Lettera di Renato Pozzetto a Enzo Jannacci. L’attore scrive pensieri e ricordi all’amico: parole cariche di emozione e nostalgia. La missiva è stata pubblicata dal Corriere della Sera. I due erano legati da una bella amicizia che Pozzetto aveva raccontato qualche tempo in un’intervista sempre al quotidiano di via Solferino. Aveva spiegato che Jannacci era il più grande sostenitori della coppia Cochi e Renato e che poi diventò il suo medico di base. “Nacque un’amicizia fortissima, nonostante lui fosse notoriamente Schizzo… Era un tipo nervoso, imprevedibile. Grazie al Derby arrivò la Rai, con Canzonissima che faceva 20 milioni di ascolti e poi anche il cinema”, aveva svelato. Il suo ricordo di Jannacciè sempre vivo nella mente e nel cuore dell’attore milanese che si rivolge all’amico scomparso con bellissime parole.

Lettera di Renato Pozzetto a Enzo Jannacci

La lettera pubblicata sul Corriere della Sera:

“Ciao Enzo, come va?
Sicuramente dove sei tu va tutto bene. Qui sulla Terra solito casino…

Quelli del Corriere mi chiedono di parlare della nostra amicizia, io però sono un po’ in crisi con la memoria, sai? Dovresti aiutarmi un po’. Quaggiù s’invecchia e la salute è un problema. Tra poco ci rincontreremo, e io sarò felice di stare con te. E tutto sarà come una volta, anzi meglio. Lì c’è tutto e si può fare tutto e bene, proprio come facevi tu…

Mi manchi tanto. Mi manca sentirti cantare, quando mi facevi ascoltare le tue novità. O quando ci confidavamo speranze, desideri e quelle cose che pensano tutti ma che non si possono dire. Ti ricordi quando mi portasti a fare un giro all’Idroscalo, sulla tua barca a vela? Era febbraio, faceva un freddo della madonna, e noi eravamo vestiti come Roald Amundsen, l’esploratore, ma almeno lui aveva una tenda rossa.

Quando io arriverò dove sei tu, se Lui me lo permetterà (io ci spero perché non è che abbia fatto tante cazzate), fatti trovare con il pianoforte e la chitarra. So che lì ci sono strumenti della Madonna. E io vorrei cantare, sai? Qui, con tutto quello che succede, mi mancano voglia e occasioni. Già so che faresti un’altra bella canzone, di quelle che fanno piangere come una fontana, anche perché quaggiù, adesso, manca pure l’acqua e un po’ di umidità farebbe bene.

In questi giorni andrò a teatro, Elio (degli Elio e le Storie Tese) parlerà di te e canterà le tue canzoni, lui è bravo e lo spettacolo sarà bello. Al teatro Lirico, dedicato al tuo amico Gaber, si sono dimenticati di te! Non prendertela, sono cose che succedono in questi tempi. Ora penso di averti rotto le balle e allora ti saluto.

Ciao Enzo, un abbraccio forte, e un bacino. 
Ci vediamo presto. Saluti”. 

Renato Pozzetto, ecco come nasce il famoso taac

Come nasce il famoso “taac” , uno dei tormentoni che lo ha contraddistinto nella sua carriera? Renato Pozzetto lo svelato nell’intervista al Corriere della Sera:

Lo diceva sempre un ragazzo simpaticissimo che frequentava il Derby, grosso scommettitore di cavalli: quando vinceva o le cose andavano per il verso giusto, lui diceva taac”.