Il tema Nord Stream torna a far discutere il Cremlino, con il fronte della guerra che sembra non conoscere tregua neanche sotto l’aspetto legato all’energia. Mosca, per molti motivi, analizza le recenti decisioni da parte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, che nella serata di ieri ha scelto di non approvare una risoluzione presentata dalla stessa Russia in cui si condannava il sabotaggio al gasdotto Nord Stream. Alla luce di ciò e collegandosi alla vicenda Nord Stream si chiedeva un’inchiesta internazionale sull’accaduto. Tutto questo non è arrivato, motivo per cui dal Cremlino, sulla vicenda gasdotto, aumenta il rammarico.
Tutte le sensazioni che arrivano direttamente dalla Russia vengono sintetizzate dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, che analizza la questione dal punto di vista dialettico: “Chiaramente continueremo i nostri sforzi per impedire che la questione venga posta in stallo”, ha aggiunto il portavoce, citato dall’agenzia Interfax. Il risultato finale della risoluzione aveva visto il voto favorevole da parte di tre nazioni, Russia, Cina e Brasile, mentre si registra l’astensione da parte di 12 altri Paesi.
Non solo il Nord Stream per Dmitry Peskov, che prende di mira anche la Germania svolge un ruolo attivo nel “pompare armi l’Ucraina” e ciò “aumenta il suo coinvolgimento diretto e indiretto nel conflitto”. Il commento arriva alla luce della fornitura di carri armati Leopard. Sempre nello stesso frangente sono stati testati missili antinave Moskit nel Mar del Giappone. Il tutto proprio mentre diciotto panzer tedeschi Leopard 2 e i Challenger britannici sono giunti a Kiev.
Non solo Nord Stream, il Cremlino avanza
In queste prime ore del mattino si registrano aggiornamenti per quanto riguarda l’avanzare del conflitto russo ucraino. Proprio in queste ore l’esercito di Mosca ha lanciato circa 20 droni contro il territorio di Kiev. Le difese ucraine le cui difese aeree sono riuscite ad abbatterne 14, come rivendicato dalle Forze armate ucraine su Facebook. “Di notte, il nemico ha schierato 15 droni Shahed-136 per effettuare attacchi aerei. 14 di loro sono stati distrutti dai nostri militari”, si legge in un post dell’esercito.
Le esplosioni da una parte all’altra, dunque, si sono intensificate nell’ultimo periodo. Pochi istanti prima era arrivato l’allarme dalla stessa aeronautica ucraina, con i droni Shahed erano stati lanciati dal Nord e dal Sud-Est del Paese. Il primo cittadino di Kiev, Vitalii Klychko, ha denunciato sul suo account Telegram diverse “esplosioni” nella capitale, probabilmente conseguenti a questo lancio di droni. Uno di esse ha provocato un incendio in un locale commerciale, che è stato domato senza causare vittime.