Consiglio Ue e Parlamento europeo comunicano di aver raggiunto un’intesa di massima sul piano relativo all’installazione di punti di ricarica nel Vecchio Continente. Nella bozza sono compresi tutti carburanti alternativi alla combustione, dall’elettrico all’idrogeno. Nome in codice del progetto è AFIR, ossia il regolamento sulle infrastrutture per i carburanti alternativi.
La misura fa parte del più ampio pacchetto Fit for 55, l’impegno presentato dalla Commissione nel luglio 2021 con cui l’Europa si pone l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni inquinanti entro il 2030. Obiettivo intermedio rispetto a quello ultimo, la neutralità climatica, fissato per il 2050.
La presidenza di turno della Svezia, tramite il ministro dei Trasporti Andreas Carlson, ha dichiarato che l’accordo “invierà un chiaro segnale ai cittadini”. Focus sulla capillarità delle stazioni di rifornimento pubbliche sulle grandi arterie stradali e autostradali che si snodano sul territorio europeo. Diffusione che farà rima anche con rapidità, consentendo così agli automobilisti di rabboccare in un tempo ragionevole.
Punti di ricarica per carburanti alternativi, piano molto orizzontale
L’obiettivo dell’AFIR è dunque quello di posizionare nuovi punti di ricarica in Europa dedicate ai carburanti alternativi. Molto spesso si tende a pensare che la domanda sia costituita solamente dalle automobili, in realtà la sfida più grande è rappresentata dagli altri mezzi di trasporto. A cominciare dai camion e dagli autotrasportatori, essenziali per il trasporto della merce, il cui impatto è significativo nell’impronta del trasporto su gomma. Ma anche gli aerei e le navi, spesso “attive” nonostante siano ormeggiate o parcheggiate sulla pista di atterraggio.
Interconnessione tra gli Stati e creazione di un circolo virtuoso, questi i principi cardine della proposta. Secondo quanto si legge nella nota sono state modificate alcune richieste presentate dalla Commissione Ue. Per esempio, il trasporto su gomma avrà una roadmap leggermente più spostata in avanti da un punto di vista cronologico a causa delle dimensioni ridotte dell’offerta a basse emissioni. Pertanto, non si prevedono interventi fino al 2025.
Come detto, c’è attenzione anche ai carburanti alternativi (i cosiddetti “e-fuels”), tra cui l’idrogeno. Oggi il rapporto tra i punti di rifornimento a corrente e quelli a idrogeno è assolutamente impari (in Italia a fronte di quasi 36mila colonnine ci sono due distributori di idrogeno). La tecnologia è certamente più complessa e costosa e necessita di investimenti cospicui.
Il testo specifica successivamente gli obblighi di ciascuna parte interessata (auto, aerei, navi ecc) e prevede il monitoraggio dei progressi tramite un’informazione trasparente.