Un click day, quello del 27 marzo 2023, da record. Nella giornata di ieri sono state infatti aperte le richieste di ingresso per i lavoratori extracomunitari. La quota di ingressi regolari prevista del Governo si è rivelata insufficiente, nonostante fosse maggiore di quella dell’anno scorso, quando gli ingressi sono stati circa 70mila. Basti pensare che alle 10 di mattina il ministero dell’Interno aveva già ricevuto 238mila domande a fronte di 82mila posti disponibili. Per rispondere alle esigenze del tessuto produttivo italiano servirebbero almeno il triplo degli ingressi. La ministra del lavoro, Marina Elvira Calderone, ha annunciato che il Governo è al lavoro per una programmazione di più ampio respiro e per capire se si dovrà nuovamente intervenire. L’ipotesi di un nuovo click day appare però improbabile.
Click day 27 marzo 2023 da record, ma gli ingressi non bastano a coprire il fabbisogno delle imprese
Il Governo italiano ha autorizzato, con il Dpcm del 29 dicembre 2022, l’ingresso di 82.705 lavoratori extracomunitari nel Paese. La previsione è tuttavia insufficiente a coprire il fabbisogno di manodopera denunciato dalle varie associazioni di categoria. Solo Coldiretti ha chiesto 100mila lavoratori per l’agricoltura, mentre Federalberghi ha stimato la necessità 200mila ingressi per il turismo. Entrambi i settori riceveranno, invece, 44mila lavoratori da spartirsi. A questa conta mancano però le richieste di tutti gli altri settori produttivi, dall’edilizia alla manifattura. Per non parlare del settore del lavoro domestico, dove le associazioni di categoria stimano 23mila ingressi necessari. Ad oggi, però, colf, badanti sono ad oggi esclusi dalle quote del decreto flussi. Beninteso, queste quote di fabbisogno di personale non devono essere necessariamente coperte dalle quote di ingressi per il lavoro extracomunitario, ma in molti casi si parla di lavori di «difficile reperimento» il cui fabbisogno non è facile da soddisfare.
La linea varata dal Governo con il decreto legge approvato a Cutro prevede una programmazione triennali degli ingressi da realizzare con l’assegnazione di quote preferenziali ai lavoratori che provengono da Paesi che “in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche sui rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari”.
Ad oggi il problema però rimane: la richiesta del mondo produttivo italiano è almeno tre volte più ampia di quella oggi garantita.
Non a caso il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha chiesto di affrontare le necessità del comparto agricolo “con un decreto flussi aggiuntivo“. Oggi le associazioni datoriali saranno ricevute al ministero del Lavoro e trasmetteranno le loro richieste al Governo, che intanto sottolinea come si siano già fatti passi in avanti semplificando e velocizzando le procedure di ingresso.