Aumenti stipendi infermieri che potranno essere anche professionisti e fare più ore extra anche in altre strutture sanitarie e stretta ai medici gettonisti, sono solo alcune delle novità che conterrà il decreto ‘Bollette’, previsto al Consiglio dei ministri nella giornata di oggi, 28 marzo. Gli infermieri potranno guadagnare di più grazie alla defiscalizzazione in busta paga dell’indennità specifica riservata alla categoria, mentre l’esecutivo è a lavoro per trovare una soluzione anche alle aggressioni nei pronto soccorso. A protezione del personale sanitario arriva la procedura d’ufficio per le violenze in ambito ospedaliero.
Aumenti stipendi infermieri in arrivo nel cedolino aprile o maggio 2023: di quanto?
Arrivano aumenti degli stipendi degli infermieri impiegati nei pronto soccorso degli ospedali dalla defiscalizzazione delle indennità introdotte con l’ultimo rinnovo del contratto della Sanità del triennio 2019-2021. Chi è impiegato in trincea nelle strutture sanitarie, infatti, si vedrà abbattere le imposte sull’indennità di specificità medica che, per la categoria, ammonta a 72,79 euro mensili per dodici mensilità. Il personale infermieristico avrà gli aumenti degli stipendi nel cedolino di maggio o giugno: il ministero della Sanità ha infatti stanziato 200 milioni di euro a favore delle buste paghe della categoria.
Aumenti stipendi infermieri liberi professionisti, non ci sarà vincolo orario e potranno fare ore extra in altre strutture
Gli infermieri, inoltre, potranno essere anche dei liberi professionisti. L’obiettivo del decreto ‘Bollette’, in Consiglio dei ministri nella giornata di oggi, è quello di poterli impiegare anche al di fuori dell’orario di lavoro nelle strutture sanitarie potenziate sul territorio dagli obiettivi del Pnrr. A tal proposito, il personale infermieristico e socio-sanitario potrà svolgere la propria libera professione negli Ospedali e Case di comunità, come anche nelle case di riposo (Rsa). La novità è l’abbattimento dei vincoli degli orari di lavoro con impiego per un numero extra di ore nelle altre strutture sanitarie. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, prova ad arginare, con le nuove misure del decreto in arrivo, la fuga dei camici bianchi dalla Sanità pubblica e la carenza di personale infermieristico sul territorio. Previsti anche ritocchi dello stipendio per il lavoro straordinario di medici e personale sanitario dedicato allo smaltimento delle liste d’attesa.
Orazio Schillaci sulla fuga dei camici bianchi, Fials: ‘Infermieri non interessati ai concorsi pubblici’
“Dobbiamo fare in modo che il Servizio sanitario nazionale sia sempre più attrattivo – ha spiegato ieri Schillaci – Veniamo da dieci anni, tolto il Covid, di definanziamento continuativo del Ssn”. “È bene ricordare che molti infermieri, tecnici sanitari e altri professionisti e operatori del comparto non partecipano più ai concorsi assunzionali emessi dal Ssn perché disinteressati, perché frustrati da una vecchia organizzazione del lavoro, dalla nulla possibilità di evoluzione professionale e di carriera e dalla residuale attenzione posta nei loro confronti delle loro istanze pur essendo (e lo hanno dimostrato) un pilastro dell’intero Sistema salute del Paese
“, si legge in una lettera del sindacato di categoria Fials che denota una significativa carenza per quanto attiene i professionisti e gli operatori del comparto sanitario.
Decreto ‘Bollette’, arriva la stretta su medici e infermieri gettonisti
Arriva anche la stretta dei medici gettonisti che, per coprire un turno, arrivano a guadagnare anche il quadruplo dei colleghi impiegati nella stessa corsia. È innanzitutto previsto un tetto dei medici e degli infermieri esterni, in rapporto all’organico della struttura sanitaria. Inoltre, le strutture non potranno più ricorrere agli appalti di servizi affidati alle cooperative, ma dovranno rivolgersi alle agenzie di lavoro interinale. Queste ultime, per gli assunti “a gettone”, dovranno applicare quanto prevede il contratto del comparto sanitario in rapporto all’età, alla retribuzione e ai requisiti necessari per la specializzazione richiesta. Infine, per tutto il personale impiegato nei pronto soccorso arriva anche la novità delle procedure penali in caso di aggressioni. Con la procedibilità d’ufficio non si dovrà attendere più la querela di parte, indipendentemente dall’entità delle lesioni. Le statistiche parlano di 5.000 aggressioni avvenute negli ambienti ospedalieri negli ultimi tre anni.