Lutto nel mondo del giornalismo italiano, all’età di 84 anni è morto Gianni Minà. Il conduttore lottava da qualche tempo con una malattia cardiaca. A comunicarlo, direttamente tramite il profilo social dello scrittore, sono stati i familiari.
Gianni Minà, le cause della morte
Uno dei più celebri volti degli ultimi decenni si è spento a Roma a causa di una malattia. Gianni Minà è morto. Lo hanno reso noto i familiari con un messaggio apparso sulla sua pagina facebook.
“Gianni Miná ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”. Questo il saluto dei familiari del grande giornalista deceduto.
Chi era Gianni Minà
Un giornalista straordinario, uno dei più importanti e famosi degli ultimi decenni, Gianni Minà si è spento all’età di 84 anni. Nato a Torino il 27 maggio del 1938, nella sua carriera ha collaborato con i più importanti e autorevoli quotidiani e settimanali italiani e stranieri. Una mente brillante, ha ideato e condotto programmi televisivi ed è stato editore e direttore di varie riviste e collane letterarie.
Un apporto incredibile, quello di Minà al mondo del calcio. Ha seguito in prima persona ben otto Mondiali, contribuendo a creare e rendere storiche diverse trasmissioni. Insieme a Renzo Arbore e Maurizio Barendson ha fondato programmi di successo come L’Altra domenica e successivamente Blitz. Nel corso della sua carriera, iniziata nel 1959 a Tuttosport, quotidiano che poi ha diretto per un biennio negli anni ’90, ha debuttato in Rai l’anno successivo. Ha collaborato alla realizzazione dei servizi sportivi sui Giochi Olimpici, lavorando a sette olimpiadi, oltre a decine di campionati mondiali di pugilato. Si è occupato di documentari, inchieste e numerosi programmi come Dribbling e La Domenica Sportiva. Ha amato ogni tipo di sport e nel 1976 è stato assunto al Tg2, in quel momento diretto da Andrea Barbato.
Premi, riconoscimenti e interviste celebri
Nel 1981 il presidente Sandro Pertini gli consegnò il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell’anno, un riconoscimento meritato e di grande valore. A renderlo celebre però è stata soprattutto la grande amicizia con Diego Armando Maradona, oltre che con Pelè. Tra i tanti giornalisti ad averlo intervistato, Minà è stato quello che più di chiunque altro lo ha compresso e amato. Un rapporto così stretto con El Pibe de Oro e con la città di Napoli da portare la giunta comunale e il sindaco Luigi de Magistris, nel 2019 a firmare ed approvare la delibera con la quale gli venne conferita la cittadinanza onoraria. Importante nel corso della sua vita anche il rapporto con Massimo Troisi.
A Maradona lo accomunava l’amore per Cuba e per i più deboli e a proposito di questa passione per l’America latina, nel 1987 intervistò una prima volta per 16 ore il presidente cubano Fidel Castro. Un documentario dal quale successivamente è stato tratto un libro pubblicato in tutto il mondo. L’intervista fu ripetuta anche nel 1990.
Famoso soprattutto per le sue interviste ‘impossibili’, nella sua carriera è arrivato anche al Dalai Lama a Federico Fellini, a Jane Fonda, a Franco Battiato e tanti altri. Iconica, tra le tante, resta la foto che lo ritrae gioioso a cena a Roma con Muhammad Ali, Sergio Leone, Robert De Niro e Gabriel García Marquez. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Kamera della Berlinale per la carriera, il più prestigioso premio al mondo per documentaristi.