Il Ponte sullo Stretto torna al centro dell’agenda mediatica ma anche di quella politica. Il governo Meloni, infatti, ha approvato nel Consiglio del Ministri dello scorso 16 marzo il decreto per la realizzazione dei lavori del ponte che unirà Calabria e Sicilia tramite lo stretto di Messina. Trattasi di un’opera eterna, millenaria se pensiamo che già Plinio il Vecchio ne parlava nelle sue opere e che Ferdinando II delle due Sicilie pensava di realizzarla. Un’opera che da decenni la politica italiana affronta e discute ma che, ad oggi, non è mai stata realizzata.

È stato il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini a voler riprendere in mano il progetto e, dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, deliberare il ripristino della società Stretto di Messina – costituita per legge nel 1981 e poi liquidata nel 2013 – con nuova governance. Matteo Salvini promette di voler fare sul serio ed ha posto che, idealmente, la prima pietra dell’opera verrà posta entro l’estate del 2024. Così il vicepremier, qualche sera fa, in un intervento a Porta a Porta: “Il Ponte nasce come norma del dicembre 1971, c’era Aldo Moro ministro degli Esteri, è già costato svariate centinaia di milioni di euro agli italiani, tra progetti, ritardi, fallimenti, cause. Io adesso, entro il 31 luglio 2024, da cronoprogramma, ho intenzione di far approvare il progetto esecutivo e di partire con i lavori entro l’estate 2024”. Non solo Salvini e la Lega ad esultare ma la politica tutta, quella che afferisce all’area di centrodestra, del governo e degli enti locali.

Occhiuto ponte sullo stretto di Messina: “Una sfida necessaria”

Sul tema è intervenuto in queste ore Roberto Occhiuto, Presidente della Regione Calabria, rispondendo alle domande di alcuni giornalisti a margine del convegno “Il ponte sullo Stretto, una sfida necessaria” tenutosi oggi presso il teatro Massimo di Palermo. Le sue parole:

Questa infrastruttura non sarà utile solo alla Calabria o alla Sicilia ma al Paese perché è inserita in corridoi che l’Europa ha ritenuto strategici. Oggi quindi i Paese deve decidere se vuole davvero fare diventare la Sicilia e la Calabria l’hub dell’Europa nel Mediterraneo – ha concluso – o perdere questa occasione per l’ennesima volta.

Occhiuto, poi, esprime soddisfazione per il fatto che il tema del ponte sullo stretto sia stato preso sul serio per la prima volta da un governo nazionale:

Del Ponte – ha detto – non si è mai parlato tanto e soprattutto non si è mai fatto tanto realmente per realizzarlo. Credo che questa sarà una grande infrastruttura capace di attrarre altre infrastrutture. Ai teorici del benaltrismo andrebbe ricordato che quando si doveva fare l’autostrada del Sole, molti dicevano ‘questi sono matti, pensano all’autostrada e mancano le strade’. Eppure, dopo la sua realizzazione, sono state completate anche le altre reti viarie. Il ponte, quindi, servirà anche a efficientare il livello di infrastrutture della Calabria e della Sicilia, anche perché non può rimanere una cattedrale nel deserto.

Un’occasione per altre infrastrutture

Secondo Roberto Occhiuto il ponte sullo stretto, quindi la sua opera, sarà la via maestra attraverso la quale avvalorare ed incentivare la creazione di altre opere per il territorio calabrese e siciliano. In questo senso ha detto che:

Utilizzando questa discussione sul ponte, sono riuscito ad ottenere per la mia regione già 3 miliardi di euro per la strada statale 106 Jonica. Sono somme appostate nel bilancio della Stato. Adesso, sto chiedendo al ministro Salvini altre risorse per efficientare alcuni tratti dell’autostrada –  ha proseguito Occhiuto – per il quale tutte queste richieste ma anche quelle della Sicilia, se non ci fosse questa discussione sul ponte sarebbero molto più deboli.