La storia dello stadio Flaminio è una classica storia romana. Una struttura in pieno centro cittadino, ma abbandonata da anni. Molti sono stati i tentativi di riportarlo ai fasti che gli competono, ma sempre naufragati per un motivo o un altro. Ci provò la Federazione italiana del rugby, ci ha provato la Lazio, scontrandosi però con i troppi vincoli. Roma è candidata a ospitare Euro 2032. Giovanni Caudo, professore di Urbanistica dell’Università Roma Tre e già assessore all’Urbanistica sotto la giunta Marino, fa il punto della situazione a Tag24. Una situazione però non idilliaca e destinata a peggiorare “se non si interviene subito”. E la sua ricetta è fattibile: utilizzarlo per allenamenti e per ospitare concerti.

Professor Caudo, lei è stato assessore sotto la giunta Marino ed è un urbanista. Roma è candidata a ospitare gli Europei del 2032 e l’assessore Onorato ha detto che le nazionali potrebbero allenarsi nello stadio Flaminio. È la volta buona questa?

“Innanzitutto bisogna partire dalla prospettiva che Roma 2032 vada in porta, siamo nel 2023 e c’è tempo a sufficienza. Detto ciò, il Flaminio ha due parti: è composto dalla palestra e della piscina, sotto gli spalti e dal campo di calcio. Queste strutture hanno subito un ammodernamento anni fa, ma ora vanno riprese”.

E oggi?

“Sono delle strutture che possono essere messe a disposizione e utilizzate dalle associazioni sportive interessate a gestirle. Ci sono stati in passato delle attenzioni della polisportiva Lazio che aveva rivendicato a suo tempo un interesse a utilizzare la struttura per le giovani, in particolare la palestra e la piscina. C’è poi anche un’altra prospettiva, siamo vicini all’Auditorium”.

Euro 2032 Roma

Euro 2032 Roma

Euro 2032 Roma

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi abbandonato al degrado e alla sporcizia, Roma, 6 agosto 2019. RICCARDO ANTIMIANI

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi abbandonato al degrado e alla sporcizia, Roma, 6 agosto 2019. RICCARDO ANTIMIANI

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi abbandonato al degrado e alla sporcizia, Roma, 6 agosto 2019. RICCARDO ANTIMIANI

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi abbandonato al degrado e alla sporcizia, Roma, 6 agosto 2019. RICCARDO ANTIMIANI

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio abbandonato al degrado

Lo stadio Flaminio di Pier Luigi e Antonio Nervi abbandonato al degrado e alla sporcizia, Roma, 6 agosto 2019. RICCARDO ANTIMIANI

Quindi pensa che il Flaminio dovrebbe ospitare anche i concerti?

“Siamo a ridosso dell’Auditorium che si occupa, oltre di classica, anche di musica rock e musica popolare, ma lo spazio della Cavea è tutto sommato ristretto. Il Flaminio, opportunatamente utilizzato, è una struttura più confacente per questo tipo di concerti”.

L’idea sarebbe di ammodernarlo per un doppio utilizzo…

“Si tratta di un progetto che tiene assieme lo spazio esterno per il parco della musica, mettendo dall’altra parte in funzione tutto, cioè la piscina e la palestra”.

Ma potrebbe ospitare partite di calcio?

“Non credo della prima squadra, ma certamente le giovanili potrebbero utilizzarlo più agevolmente. Va bene per gli allenamenti, ma non per le partite. È un immobile tutelato, difficile da modificare o da alterare. Ci sono stati dei progetti in tal senso, ma si sono sempre tutti arenati. Si tratta di fare dei lavori per eventi che può ospitare, e non per quelli che non si possono ospitare. Sono tanti anni che si lavora per trasformarlo. In questo modo ci potrebbe essere una convenienza per il Parco della musica, perché la Cavea è limitata e interferisce con il funzionamento delle altre sale. Ci possono essere delle utilità per i concerti”.

Il Comune di Roma farà in tempo a ultimare i lavori entro il 2032?

“Bisogna fare un punto della situazione. Certamente se si lascia così, al 32 non ci arriviamo. Al di là degli eventi di Euro 2032, bisogna intervenire urgentemente, il tempo stringe.  Altrimenti la situazione diventa sempre peggio”.

Quella zona è delicata dal punto di vista della viabilità. Un nuovo utilizzo dello stadio non rischierebbe di congestionare tutto?

“Se si pensa di fare uno stadio per le competizioni di primaria importanza, allora la zona ha un aggravio dove peraltro c’è già l’Auditorium. Se invece ospita eventi abbassa intensità, come possono essere gli allenamenti delle giovanili o i concerti, ovviamente no. C’è anche il tram che collega piazza del Popolo al Flaminio”.

Lei quando era assessore all’Urbanistica, si è scontrato con il Flaminio? Quale è stata la sua proposta?

“Questa. Proponemmo questo tipo di utilizzo, ma l’amministrazione Marino durò poco. Ma già allora si parlo dell’interesse della Lazio”.

In passato si ipotizzò che Roma ospitasse le Olimpiadi. Fra i motivi del rifiuto c’era anche quello dei costi. I lavori per Euro 2032 peseranno sulle casse del Comune?

“Quando ci sono eventi eccezionali, vengono messe a disposizione alcune risorse che permettono al Comune di rientrare delle spese. Ma al di là degli eventi eccezionali, si tratta di un bene pubblico di particolare rilievo e importanza. L’amministrazione deve recuperarlo, al di là degli scenari che si delineano. Deve essere accompagnato da investimenti per poterlo utilizzare. C’è la possibilità di rientrarci, ma bisogna evitare che si degradi ulteriormente. Altrimenti sarà troppo tardi”.

Ci sono alternative valide?

“Bisogna vedere se la Roma riuscirà a completare lo stadio”.

Ci riuscirà?

“Non lo so, questo è un altro tema lungo da discutere. Spero di sì”.