Olimpiadi russi Cio. I vertici dello sport mondiale martedì 28 marzo dovranno sciogliere le riserve sulla partecipazione alle prossime olimpiadi degli atleti russi e bielorussi. Anche la questione sembra essere quasi sciolta: “alle Olimpiadi di Parigi 2024, si agli atleti russi e bielorussi, no Russia e Bielorussia”. In sostanza probabilmente parteciperanno senza rappresentare direttamente i loro paesi. Il CIO, Comitato Olimpico Internazionale, in questi giorni si trova difronte a una delle più importanti e delicate decisioni da prendere. Come mai successo nei suoi 129 anni di storia. In tutto questo lasso di tempo il comitato Olimpico ha superato due guerre mondiali (durante le quali naturalmente è stato sospeso tutto), ovviato a i boicottaggi di Mosca ’80 e Los Angeles ’84 e superato diversi scandali legati a vicende nelle vari discipline olimpiche. Oltre a posticipare le olimpiadi di Tokyo per la pandemia nel 2020. Adesso però la sfida riguarda la guerra che si sta combattendo in Ucraina, con la Russia che ha invaso i territori. Il Cio si interroga se sia il caso di ammettere atleti russi e bielorissi anche in forma neutrale, delle due nazioni che hanno innescato una guerra durante la tregua olimpica. La cosa importante su cui dovrà basarsi tutto è che non dovrà essere disattesa la Carta Olimpica che si rifà alla pace, all’unione e rispetto tra i popoli della terra. Non dovrà essere dimenticata la risoluzione delle Nazioni Unite sottoscritta anche dai Paesi direttamente attivi nel conflitto e secondo cui “i grandi eventi sportivi internazionali dovrebbero essere organizzati in uno spirito di pace e che la natura unificante e conciliante”. Per arrivare alla decisione finale il Cio dovrà considerare tutto, come: i membri del Cio dislocati nei cinque continenti, delle associazioni olimpiche continentali e delle Federazioni internazionali. Oltre questo i vertici stanno pensando e valutanto che dovrà essere considerato che c’è la possibilità di un boicottaggio minacciata da alcune Nazioni europee e il anche il rischio che qualche sponsor decida di prendere le distanze.

Olimpiadi, il Cio alle prese con la decisione sulla modalità di partecipazione degli atleti russi

La questione legata alla riammissione alle competizioni internazionali gli atleti della Federazione russa e Repubblica di Bielorussia, le due Nazioni che hanno invaso militarmente l’Ucraina è decisamente scottante. Dal febbraio dello scorso anno, su ‘raccomandazione’ del Cio, in quasi tutti gli sport olimpici, estivi e invernali, gli atleti russi e bielorussi non possono partecipare (sono esclusi, tennis, pugilato e manifestazioni che si svolgono in Asia e Sud America) a seguito di motivi bellici ma ora il mondo dello sport mondiale vuole aprire alla pace riammettendo gli atleti delle due Nazioni. Al contrario invece la Russia sta partecipando ai Mondiali di pugilato femminili in India, le partite amichevoli contro Nazioni asiatiche, e a fine aprile sarà presente ai Giochi dell’Alleanza Bolivariana per le Americhe in Venezuela dove ci saranno atleti provenienti da Cuba, Bolivia, Nicaragua, Antigua e Barbuda, Dominica, Grenada, Saint Kitts&Nevis, Sain Vincent e Grenadine e Santa Lucia. Thomas Bach, presidente del comitato olimpico internazionale, due mesi fa ha annunciato che stava cominciando a fare un percorso esplorativo a livello mondiale per individuare la modalità di riammissione nelle manifestazioni internazionali degli atleti con passaporto russo e bielorusso in forma neutrale, ovvero senza bandiera, senza inno, senza colori nazionali e rispettando diversi criteri. Successivamente, sempre Bach, ha affermato che: “se la politica decide chi può prendere parte a una competizione, allora lo sport e gli atleti diventano strumenti della politica. Le Olimpiadi devono rimanere neutrali per essere una forza unificante”. Rifacendosi al fatto che l’Ucraina vuole il totale isolamento dei russi, concetto contrario alla Carta Olimpica, Bach ha detto, “è un dilemma, è una situazione completamente nuova, se escludiamo gli atleti per motivi politici, affrontiamo il declino del sistema sportivo internazionale”.