Cimitero Flaminio Prima Porta degrado ovunque per quello che è a tutti gli effetti per estensione il più grande d’Europa. Una struttura alle porte della Capitale che si estende su 150 ettari e che può vantare anche la presenza di personaggi illustri tra i suoi inquilini. Complessi del genere nelle grandi capitali europee come Parigi o Londra sono diventati gioielli dove i turisti vanno per scoprire e rendere omaggio ai grandi dello spettacolo e della cultura, coloro che come Virna Lisi ci hanno regalato interpretazioni magistrali sul grande schermo. Questo non può avvenire nella città funeraria di Roma, dove regna tutt’altro rispetto alla cultura: degrado, incuria e anche insicurezza. Lo stato di tutte le palazzine con all’interno i fornetti è da terzo mondo, come le telecamere di TAG24 hanno modo di mostrarvi. Siamo stati in incognito nel complesso funerario accompagnati da Valeria Campana, rappresentante del Comitato che da anni si batte con le varie amministrazioni per restituire il decoro ai luoghi dell’eterno riposo e che conta sempre più cittadini.

Cimitero Flaminio Prima Porta degrado video reportage

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Valeria Campana ci accoglie all’ingresso Nord di Prima Porta e ci mostra subito un aspetto preoccupante: “Se vedete la strada è molto rialzata, c’è il rischio che si rompa la coppa dell’olio con grossi danni alle vetture. Bisogna andare molto piano, specie con una macchina bassa facendo attenzione”. In pratica l’accoglienza che troviamo al Cimitero Flaminio di Prima Porta non è delle migliori, alle guardie non piace che le videocamere vengano a riprendere il forte stato di degrado: “Nascondete il microfono, ormai mi riconoscono qui e se vedono che riprendiamo potrebbero allontanarci”. Proseguiamo la visita in incognito, arrivando ad un complesso piuttosto grande di lotti dove ad accoglierci ci sono almeno 200 metri di transenne lungo tutto il perimetro: “Hanno dovuto transennare tutto il perimetro perché sono caduti dei calcinacci sfiorando le persone, è pericoloso camminare”, spiega subito Valeria che scuote la testa sconsolata. Lei e gli altri membri del comitato spiegano di volere solo una cosa: “Vi sembra normale tutto questo? Vogliamo solo che i nostri cari possano riposare in un posto decoroso, venite a vedere dentro con i vostri occhi“. Quello che ci troviamo davanti è un qualcosa da rabbrividire.

Perdite d’acqua, lavandini rotti, cestini assenti, rifiuti ovunque: il cimitero più grande d’Europa è il più grande fallimento di Roma Capitale

Quando entriamo all’interno la scena che ci troviamo davanti ha dell’incredibile: le crepe sono ovunque con pezzi di muro caduti, infiltrazioni che alle prime due gocce d’acqua rendono una piscina i corridoi, fango che fa scivolare le persone, muffa sulle pareti, lavandini distrutti e pieni di ragnatele. Quello che si trova all’interno delle corsie è una scena degna de “La Guerra dei Mondi” di Steven Spielberg, ma la realtà ha superato la fantasia. “Sono anni che devono avviare i lavori per la costruzione di questo ascensore, ma come vedete è tutto fermo e transennato. Quell’altro invece è stato terminato da diversi mesi ma mai collaudato e si sta arrugginendo con la vegetazione che imperversa. Lo hanno pagato i cittadini che non lo utilizzano“, sottolinea battagliera Valeria Campana. Quella che porta avanti è una battaglia di civiltà per il fratello sepolto tra questi fornetti, ma per tutti coloro come le tante persone che abbiamo incrociato che tra difficoltà di deambulazione cercano di trovare conforto nella perdita di una moglie o di un marito portando un fiore. Tanti gli anziani che non riescono a salire ai piani superiori, troppe le persone che rinunciano ad un momento di raccoglimento perché Roma Capitale tramite la municipale AMA non riesce a garantire servizi essenziali e una sicurezza elementare nel sito funerario.

La vegetazione imperversa sulle tombe all’aperto, assenza totale di servizio giardini

Quello che accade all’esterno non è raccapricciante come la situazione interna nei vari lotti, ma anche qui purtroppo è molto grave: ci sono tombe ormai sepolte dalla vegetazione e non più visibili. I rifiuti sono ovunque come nelle peggiori discariche e non vengono raccolti. La situazione poi degli animali non è la migliore, tra lepri o nel caso peggiore cinghiali che imperversano tra le lapidi. L’emblema è una fontanella che continua a schizzare acqua perché il fusibile si è rotto: è più di un anno che viene lasciata abbandonata quando basterebbe un intervento di pochi minuti. Ma come è stato possibile ridurre il verde del cimitero ad una giungla? La risposta arriva da un signore che si aggira tra le tombe: “Io ho lavorato qui per tanto tempo nel servizio giardini, nel 1998 è stato dismesso dalla De Pretis che è ancora in parlamento. Ci hanno mandato via per prendere le cooperative: oggi dei 1500 che eravamo all’epoca pagati 1200 euro mese ne siamo rimasti in 300 e ci occupiamo solo dei giardini pubblici e delle strade, non dei cimiteri. Le cooperative erano quelle guidate da Buzzi e Carminati…per rimettere tutto a posto ci vorrebbero 1500 persone a lavorare ogni giorno per un anno, forse neppure così basterebbe”, il commento rassegnato.

Tanti i personaggi famosi sepolti

Questa situazione impedisce come sottolineato anche di poter solo ipotizzare un “turismo funerario” come avviene nelle altre capitali europee. Al Cimiterio Flaminio ci sono Virna Lisi, Renato Rascel, la leggenda Pietro Mennea, l’allenatore campione d’Italia Tommaso Maestrelli e da poco anche il divulgatore Piero Angela. Ne abbiamo citati pochi, ma sono davvero tanti coloro che potrebbero portare a Prima Porta migliaia di turisti ed appassionati per far diventare il cimitero più grande d’Europa un immenso monumento a cielo aperto. Peccato che per Roma Capitale ed Ama sia solo un problema che non riescono a risolvere.

Le risposte che non arrivano dall’Assessore Alfonsi

Valeria Campana sottolinea come l’Amministrazione di Roma Capitale non possa lavarsene le mani: “Stiamo attendendo una risposta dall’Assessore Alfonsi su quello che vogliono fare per ridare decoro alle sepolture dei nostri cari. Parlano per PEC senza dare risposte, chiediamo loro di venire qui e vedere con i loro occhi”, l’appello che tramite i nostri microfoni lancia all’assessore all’ambiente che ha la delega per l’AMA. Staremo a vedere se arriverà una risposta da lei o dal sindaco Gualtieri.